La piramide di Cheope e la burocrazia lenta
Avete presente il 14 aprile 2000? A Palazzo Chigi c’era Massimo D’Alema, al mercato si pagava in lire, la Lazio di Mancini si avviava allo scudetto e le Torri Gemelle erano in piedi. Insomma: era tanto tempo fa. Eppure 97 siciliani, ha scritto Giacomo Di Girolamo su ilmattinodisicilia.it si ricordano quel giorno come fosse ieri. Quel giorno, infatti, fu bandito un maxiconcorso per «poco meno di mille posti. Arrivarono oltre 600 mila domande da tutta Italia. Andarono in tilt prima le Poste e poi la Regione, che ci mise anni solo per aprire e catalogare le richieste di partecipazione al concorso che avevano sommerso i saloni dell’assessorato ai Beni culturali». Tra loro in 97 vinsero un posto da assistente tecnico restauratore. Ma da allora le cose sono andate per le lunghe quanto la costruzione della Piramide di Cheope nel romanzo di Kadaré: «L’undicimilatrecentosettantaquattresima pietra fu messa a dimora durante la seconda luna dopo l’eclisse. Fu necessario, per posarla, un po’ più di tempo di quello richiesto dalla precedente, ma essa provocò meno decessi... L’undicimilatrecentosettantacinquesima…». Come ricorda la lettera pubblica di una delle vincitrici, Tiziana Di Stefano, «solo nel 2005 viene approvata la graduatoria provvisoria; i tanti ricorsi al Tar sono già definiti alla fine del 2006, ma non si procede alla stesura della graduatoria definitiva». Che arriva, dopo la nomina di un commissario ad acta, solo a ferragosto del 2011. Fine del calvario? Macché: intanto, nel 2008, è entrata in vigore la legge «blocca assunzioni». Tutto fermo, tra ricorsi e controricorsi: «E ogni volta che il Tribunale del lavoro o la Corte d’appello emettevano una sentenza la graduatoria cambiava». Beffa finale: «L’ultima riforma dell’amministrazione pubblica ha cancellato dall’organigramma della pubblica funzione la figura di assistente tecnico restauratore». Conclusione: la notifica ai 97 vincitori che avevano passato la selezione ed erano entrati nella graduatoria definitiva (la prima è Maria Serena Bavastrelli, oggi 56 anni, l’età in cui qualche anno fa i «regionali» siciliani si avviavano alla pensione o c’erano già) è arrivata nei giorni scorsi. Niente lieto fine: come spiega Di Girolamo nel provvedimento è scritto che la graduatoria «non costituisce in alcun modo atto amministrativo da cui discende il diritto all’assunzione». Per carità, magari sarà tutto in regola, ma si possono tenere le persone appese ai capricci della burocrazia per 17 anni?