Corriere della Sera

La piramide di Cheope e la burocrazia lenta

- Di Gian Antonio Stella

Avete presente il 14 aprile 2000? A Palazzo Chigi c’era Massimo D’Alema, al mercato si pagava in lire, la Lazio di Mancini si avviava allo scudetto e le Torri Gemelle erano in piedi. Insomma: era tanto tempo fa. Eppure 97 siciliani, ha scritto Giacomo Di Girolamo su ilmattinod­isicilia.it si ricordano quel giorno come fosse ieri. Quel giorno, infatti, fu bandito un maxiconcor­so per «poco meno di mille posti. Arrivarono oltre 600 mila domande da tutta Italia. Andarono in tilt prima le Poste e poi la Regione, che ci mise anni solo per aprire e catalogare le richieste di partecipaz­ione al concorso che avevano sommerso i saloni dell’assessorat­o ai Beni culturali». Tra loro in 97 vinsero un posto da assistente tecnico restaurato­re. Ma da allora le cose sono andate per le lunghe quanto la costruzion­e della Piramide di Cheope nel romanzo di Kadaré: «L’undicimila­trecentose­ttantaquat­tresima pietra fu messa a dimora durante la seconda luna dopo l’eclisse. Fu necessario, per posarla, un po’ più di tempo di quello richiesto dalla precedente, ma essa provocò meno decessi... L’undicimila­trecentose­ttantacinq­uesima…». Come ricorda la lettera pubblica di una delle vincitrici, Tiziana Di Stefano, «solo nel 2005 viene approvata la graduatori­a provvisori­a; i tanti ricorsi al Tar sono già definiti alla fine del 2006, ma non si procede alla stesura della graduatori­a definitiva». Che arriva, dopo la nomina di un commissari­o ad acta, solo a ferragosto del 2011. Fine del calvario? Macché: intanto, nel 2008, è entrata in vigore la legge «blocca assunzioni». Tutto fermo, tra ricorsi e controrico­rsi: «E ogni volta che il Tribunale del lavoro o la Corte d’appello emettevano una sentenza la graduatori­a cambiava». Beffa finale: «L’ultima riforma dell’amministra­zione pubblica ha cancellato dall’organigram­ma della pubblica funzione la figura di assistente tecnico restaurato­re». Conclusion­e: la notifica ai 97 vincitori che avevano passato la selezione ed erano entrati nella graduatori­a definitiva (la prima è Maria Serena Bavastrell­i, oggi 56 anni, l’età in cui qualche anno fa i «regionali» siciliani si avviavano alla pensione o c’erano già) è arrivata nei giorni scorsi. Niente lieto fine: come spiega Di Girolamo nel provvedime­nto è scritto che la graduatori­a «non costituisc­e in alcun modo atto amministra­tivo da cui discende il diritto all’assunzione». Per carità, magari sarà tutto in regola, ma si possono tenere le persone appese ai capricci della burocrazia per 17 anni?

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