Corriere della Sera

Aiuti all’industria auto: da Berlino 115 miliardi negli ultimi dieci anni

- Danilo Taino @danilotain­o DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

È noto che i tedeschi amano le auto. Anche il loro governo le ama: tra il 2007 e il 2016, ha sostenuto l’industria nazionale del settore con sussidi pari a 115 miliardi, cioè con una media di 11,5 miliardi all’anno. Il dato è ufficiale, reso noto dal governo stesso in risposta all’interrogaz­ione parlamenta­re avanzata dalla Linke, il partito della sinistra più di sinistra, e reso pubblico ieri dal quotidiano economico «Handesblat­t». L’aiuto è un pezzo del lato sociale della «economia sociale di mercato» tedesca: per favorire produzioni che impiegano direttamen­te 800 mila lavoratori e, con l’indotto, un dipendente su sette in Germania (calcolo di Angela Merkel).

Nel decennio, il grosso del sussidio è stato indiretto: cento miliardi di incentivi fiscali per i motori diesel (oggi in crisi a causa dello scandalo sulle emissioni alla Volkswagen); cinque miliardi per la rottamazio­ne; quattro per il supporto alla mobilità elettrica più seicento milioni per incentivar­e l’acquisto di auto elettriche; seicento milioni per sostenere i motori a benzina più efficienti. Alcuni aiuti sono però stati diretti: in particolar­e, un miliardo per la ricerca, che però non pare abbia raggiunto i risultati sperati dal momento che l’obiettivo della cancellier­a Merkel — un milione di auto elettriche sulle strade entro questo decennio — non sarà raggiunto (ce ne sono meno di centomila). Inoltre, il governo ha speso quasi 800 milioni per comprare 25 mila auto, per lo più Volkswagen ma anche Mercedes, Opel e Ford.

Il settore auto è il più importante dell’industria tedesca: produce circa il 15% del Pil del Paese se si contano — oltre ai gruppi Volkswagen, Daimler, Bmw, Opel — i produttori di componenti come Bosch, Continenta­l, ZF Friedrichs­hafen e centinaia di aziende medie e piccole. Proprio per il suo peso rilevante, il governo di Berlino (di qualsiasi colore sia) lo sostiene in modo palese: non solo con sussidi ma anche con un lavoro costante di lobbying presso i regolatori di Bruxelles. Spesso con risultati non all’altezza dell’impegno profuso.

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