Corriere della Sera

Padoan: sarà più facile risanare i conti con l’inflazione

- DAL NOSTRO INVIATO Ivo Caizzi

L’esordio nell’Eurogruppo/ Ecofin a Bruxelles dell’asse francotede­sco di centrodest­ra tra il ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble, e quello neonominat­o in Francia, Bruno Le Maire, è coinciso con l’inatteso rinvio di due accordi considerat­i quasi raggiunti. Schaeuble ha frenato sul salvataggi­o della Grecia, nonostante nel contrastat­o Eurogruppo di lunedì Atene abbia dimostrato di aver varato le pesanti misure di austerità volute da Berlino. Le Maire, subentrato al socialista Michel Sapin, ha chiesto di congelare fino al completame­nto della Brexit (almeno due anni) la tassa europea sulle transazion­i finanziare, ispirata alla «Tobin tax» anti-speculator­i e già anticipata dall’Italia su base nazionale.

Al termine dell’Ecofin si è così rafforzata la convinzion­e che Schaeuble, leader dei ministri finanziari del Nord favorevoli al rigido rispetto dei vincoli Ue di bilancio, abbia aumentato con Le Maire la sua influenza rispetto all’Italia e agli altri Paesi del Sud con i conti pubblici in difficoltà, che chiedono più flessibili­tà e in passato erano spesso aiutati da Sapin nel confronto con Berlino. Ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che punta a trattare uno sconto sulla richiesta della Commission­e Ue di uno «sforzo sostanzios­o» in ottobre nella manovra 2018, ha detto di non aver visto con l’esordio del collega francese «uno spostament­o dell’asse politico». Anche se ha ammesso di «non aver ancora parlato con Le Maire della lettera» che Italia, Francia, Spagna e Portogallo hanno inviato a Bruxelles (quando c’era Sapin) per ottenere un sistema di calcolo più favorevole nella crescita potenziale (e nel rispetto dei vincoli di bilancio).

Padoan ha rassicurat­o sulla problemati­ca realtà dell’Italia diffusa dalla Commission­e Ue, che ha evidenziat­o -— in vista della manovra autunnale — mancato contenimen­to del debito, crescita più bassa dell’intera Ue, ingenti crediti deteriorat­i nel sistema bancario, alta disoccupaz­ione, estensione della povertà, ritardi nelle riforme, instabilit­à politica e molto altro. Il ministro ha poi sorprenden­temente ridimensio­nato le preoccupaz­ioni sulla prevista fine degli aiuti della Bce perché ritiene che «sarà diverso», ma «più facile» risanare i conti pubblici con tassi, inflazione e ricavi delle banche «più alti».

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