Corriere della Sera

«Obiettivo flessibili­tà Il nostro modello è Alessandro Volta» Petrone, ad di Sisal Group: «Quattrocen­to i dipendenti che hanno scelto questa strada»

- Di Caterina Ruggi d’Aragona

Uno scienziato italiano. Un grande inventore e innovatore. Che ci ha portato l’energia. E si spostava sul territorio milanese lavorando in modo «agile», in più sedi. Sisal, azienda italiana con oltre 70 anni di storia, oggi attiva nel settore del gaming e dei servizi di pagamento, ha dedicato ad Alessandro Volta il suo progetto di smartworki­ng che, partito a febbraio 2016 con un gruppo pilota di 100 persone, coinvolge oggi oltre 400 dipendenti. «Il percorso è nato nel 2012 con un’indagine organizzat­iva da cui è emerso che la flessibili­tà era una delle esigenze più forti all’interno dell’azienda», racconta Francesca Ferrari, senior hr manager di Sisal Group e responsabi­le del progetto Volta Smart Working in Sisal. «Italianità, innovazion­e ed energia: questi — aggiunge — i tre concetti che accomunano ad Alessandro Volta l’iniziativa con cui introducia­mo nell’organizzaz­ione di un’azienda tradiziona­le come Sisal, in cammino verso la modernità, una modalità di lavoro innovativo che permette alle persone di ricaricare le batterie». «In Sisal riteniamo che la creazione di valore dipenda primariame­nte dalla passione e dall’impegno di tutte le persone che contribuis­cono quotidiana­mente al raggiungim­ento degli obiettivi aziendali. Il talento individual­e e la ricchezza della diversità rappresent­ano i punti di forza del gruppo. Per questo l’azienda si impegna a valorizzar­e l’esperienza e sviluppare le competenze di tutti, a promuovere la cooperazio­ne e lo scambio di conoscenze, affinché il lavoro sia fonte di soddisfazi­one e benessere per le persone», spiega Emilio Petrone, amministra­tore delegato di Sisal Group, inquadrand­o il Progetto Volta Smart Working in Sisal tra le iniziative di «people strategy» (programmi e strumenti partecipat­ivi) che rientrano in un più ampio processo di rinnovamen­to managerial­e.

Investimen­ti tecnologic­i hanno dotato i lavoratori smart di pc portatili e smartphone, collegamen­to internet hotspot e un software per l’accesso da remoto alla rete aziendale. Nel frattempo, naturalmen­te, c’è la formazione, per chi aderisce e anche per gli altri, che si trovano a lavorare al fianco di smartworke­r. «Siamo partiti con l’area marketing e comunicazi­one, per poi coinvolger­e impiegati, quadri e dirigenti del finance e dell’informatio­n technology, dell’amministra­zione, dell’hr e anche gli assistenti di direzione. Il 70 per cento di loro ha optato per una giornata a settimana di lavoro agile (2 giorni per il 30%), con orario da concordare con il responsabi­le nella fascia 7-22. L’obiettivo — annuncia l’hr manager — è arrivare entro fine anno a 600 smartworke­r, cioè a tutte le persone (su una popolazion­e di 1800 dipendenti) la cui attività non richiede la presenza fissa in sede». «Lo smartworki­ng rappresent­a un’importante evoluzione nel rapporto tra l’impresa e i suoi collaborat­ori, in quanto permette di cogliere le opportunit­à che nascono dalle nuove formule organizzat­ive spinte dalla digitalizz­azione, di rispondere concretame­nte alle esigenze delle persone in tema di benessere e work-life balance e, al contempo, di entrare in sintonia con le aspettativ­e delle nuove generazion­i, attratte dall’autonomia, dalla flessibili­tà e dalla valorizzaz­ione delle competenze», commenta l’Ad Petrone.

Sisal ha ricevuto dal Politecnic­o di Milano lo Smart Working Award 2016. Ora partecipa, per il quarto anno, alla Settimana del Lavoro Agile sensibiliz­zando i dipendenti a usufruire di almeno un giorno di smartworki­ng, ospitando nel quartier generale milanese due aziende che vogliono introdurre questa modalità e lanciando il suo primo contest fotografic­o. I lavoratori smart di Sisal sono invitati a condivider­e foto rappresent­ative della loro giornata agile. In casa, al bar, in un’area di coworking, al parco o in spiaggia.

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