«Obiettivo flessibilità Il nostro modello è Alessandro Volta» Petrone, ad di Sisal Group: «Quattrocento i dipendenti che hanno scelto questa strada»
Uno scienziato italiano. Un grande inventore e innovatore. Che ci ha portato l’energia. E si spostava sul territorio milanese lavorando in modo «agile», in più sedi. Sisal, azienda italiana con oltre 70 anni di storia, oggi attiva nel settore del gaming e dei servizi di pagamento, ha dedicato ad Alessandro Volta il suo progetto di smartworking che, partito a febbraio 2016 con un gruppo pilota di 100 persone, coinvolge oggi oltre 400 dipendenti. «Il percorso è nato nel 2012 con un’indagine organizzativa da cui è emerso che la flessibilità era una delle esigenze più forti all’interno dell’azienda», racconta Francesca Ferrari, senior hr manager di Sisal Group e responsabile del progetto Volta Smart Working in Sisal. «Italianità, innovazione ed energia: questi — aggiunge — i tre concetti che accomunano ad Alessandro Volta l’iniziativa con cui introduciamo nell’organizzazione di un’azienda tradizionale come Sisal, in cammino verso la modernità, una modalità di lavoro innovativo che permette alle persone di ricaricare le batterie». «In Sisal riteniamo che la creazione di valore dipenda primariamente dalla passione e dall’impegno di tutte le persone che contribuiscono quotidianamente al raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il talento individuale e la ricchezza della diversità rappresentano i punti di forza del gruppo. Per questo l’azienda si impegna a valorizzare l’esperienza e sviluppare le competenze di tutti, a promuovere la cooperazione e lo scambio di conoscenze, affinché il lavoro sia fonte di soddisfazione e benessere per le persone», spiega Emilio Petrone, amministratore delegato di Sisal Group, inquadrando il Progetto Volta Smart Working in Sisal tra le iniziative di «people strategy» (programmi e strumenti partecipativi) che rientrano in un più ampio processo di rinnovamento manageriale.
Investimenti tecnologici hanno dotato i lavoratori smart di pc portatili e smartphone, collegamento internet hotspot e un software per l’accesso da remoto alla rete aziendale. Nel frattempo, naturalmente, c’è la formazione, per chi aderisce e anche per gli altri, che si trovano a lavorare al fianco di smartworker. «Siamo partiti con l’area marketing e comunicazione, per poi coinvolgere impiegati, quadri e dirigenti del finance e dell’information technology, dell’amministrazione, dell’hr e anche gli assistenti di direzione. Il 70 per cento di loro ha optato per una giornata a settimana di lavoro agile (2 giorni per il 30%), con orario da concordare con il responsabile nella fascia 7-22. L’obiettivo — annuncia l’hr manager — è arrivare entro fine anno a 600 smartworker, cioè a tutte le persone (su una popolazione di 1800 dipendenti) la cui attività non richiede la presenza fissa in sede». «Lo smartworking rappresenta un’importante evoluzione nel rapporto tra l’impresa e i suoi collaboratori, in quanto permette di cogliere le opportunità che nascono dalle nuove formule organizzative spinte dalla digitalizzazione, di rispondere concretamente alle esigenze delle persone in tema di benessere e work-life balance e, al contempo, di entrare in sintonia con le aspettative delle nuove generazioni, attratte dall’autonomia, dalla flessibilità e dalla valorizzazione delle competenze», commenta l’Ad Petrone.
Sisal ha ricevuto dal Politecnico di Milano lo Smart Working Award 2016. Ora partecipa, per il quarto anno, alla Settimana del Lavoro Agile sensibilizzando i dipendenti a usufruire di almeno un giorno di smartworking, ospitando nel quartier generale milanese due aziende che vogliono introdurre questa modalità e lanciando il suo primo contest fotografico. I lavoratori smart di Sisal sono invitati a condividere foto rappresentative della loro giornata agile. In casa, al bar, in un’area di coworking, al parco o in spiaggia.