Il seduttore picchiato dalle mogli «Donne adorabili, senza gusto»
I rapporti difficili con Doorn e Dorothy, il divorzio da Luisa, la pace con Kristina
picchiavano, Doorn che lo graffiava e morsicava e Dorothy che gli sfasciò una chitarra in testa. «Ragazze adorabili con pessimo gusto in materia di uomini», le assolse da vecchio, consolato dal matrimonio (pur agitato, e con un costoso divorzio) con l’italiana Luisa che gli dette i tre amatissimi figli e infine Kristina, la pace domestica negli ultimi venticinque anni.
Attribuiva al padre, poliziotto londinese il merito di avergli dato le (sintetiche) tre regole in base alle quali organizzò la sua vita: «Forza d’animo, buona educazione, puntualità».
L’unica cosa sulla quale non scherzò mai furono gli abusi sui bambini: ambasciatore di buona volontà dell’Unicef — lo presentò ai vertici dell’organizzazione l’amica Audrey Hepburn — si impegnò a fondo Sposi Roger Moore e l’attrice Luisa Mattioli circondati dai fotografi dopo le nozze. Sono stati sposati dal 1969 al 1996 dal 1991 in poi contro il turismo sessuale, «c’è un posto speciale riservato all’inferno per questa gente». Non confessò mai per pudore da gentleman inglese se il suo impegno contro la pedofilia avesse anche delle ragioni autobiografiche. Ma fu la causa nobile della sua vecchiaia da baronetto (oltre all’impegno animalista per contribuire al bando dal Regno Unito del foie gras): conservatore garbato, scese in campo con decisione per David Cameron. Il quotidiano The Independent qualche anno fa lo nominò a sorpresa come «miglior James Bond» della storia.
Sapeva che il primo Bond non si scorda mai e per questo tutti coloro che l’hanno visto per primo nei panni di 007 — dal 1973 al 1985 — quand’erano bambini non possono non considerarlo il Bond al quale vogliono più bene. Incapace di fare polemiche, ebbe l’astuzia di evitare i tranelli delle liti lunghe 50 anni (questione di soldi) che avvelenarono Connery nel suo rapporto con 007 e parlò sempre bene di tutti, specialmente di Daniel Craig, attuale interprete dell’agente segreto del quale Moore elogiava la mascolinità, il fisico scolpito e — si percepiva una certa invidia da parte dell’anziano playboy — il successo con le fan.
Lui incassò tanto affetto con la solita calma, commuovendosi soltanto in extremis, nell’ultima apparizione pubblica lo scorso inverno alla Royal Festival Hall, davanti alla standing ovation della sala al completo: «Ho sempre fatto fatica a ricordare le mie battute sul set, ma non dimenticherò la vostra gentilezza».