Corriere della Sera

Isis, Trump chiama la Nato

Con il Papa dialogo su pace e ambiente. Ma da Gentiloni boccia l’intesa sul clima

- Giuseppe Sarcina

Coalizione Nato anti Isis a guida Usa. Trump, a Roma, rilancia la lotta al terrorismo. Con il Papa, dialogo su pace e ambiente. Oggi a Bruxelles.

La prima richiesta di Donald Trump sarebbe passata. La Nato, secondo fonti diplomatic­he riportate da diverse agenzie, è pronta ad aderire alla coalizione anti Isis guidata dagli Stati Uniti. Oggi il presidente Usa partecipa al primo vertice dei capi di Stato e di governo dell’Alleanza Atlantica.

Da settimane gli sherpa americani premono sui colleghi degli altri Paesi: l’organizzaz­ione deve fare di più nella guerra internazio­nale contro il terrorismo. Altre fonti segnalano che Francia e Germania manterrebb­ero ancora delle riserve. Ma, intanto, il tema è in testa all’agenda di domani: oggettivam­ente un punto a favore per Trump.

Il leader della Casa Bianca ha lasciato ieri Roma con una scia di comunicati pieni di compliment­i per l’impegno dell’Italia in Afghanista­n, in Iraq, in Libia. Ma Trump, secondo quanto è stato possibile ricostruir­e, ha soprattutt­o sollecitat­o il premier Paolo Gentiloni a mediare tra due blocchi, due prospettiv­e che si frontegger­anno oggi a Bruxelles e, da domani, al G7 di Taormina. Nella capitale belga, Stati Uniti e Gran Bretagna insisteran­no per dare concretezz­a operativa alle iniziative militari della Nato in Siria, in Iraq e ovunque si trovino basi del Califfato.

Nello stesso tempo Trump riproporrà la questione dei contributi alla difesa comune. I 28 partner Nato si erano impegnati nel 2014 a raggiunger­e entro il 2024 l’obiettivo di destinare il 2% del proprio Prodotto interno lordo alla difesa. Raccontano che in questi giorni Steve Bannon, il più «falco» dei consiglier­i alla Casa Bianca, abbia recuperato un po’ dell’influenza perduta nelle ultime settimane, sventoland­o in continuazi­one la tabella delle spese.

Solo cinque Paesi su 28 sono già in regola con l’onere assunto: Stati Uniti, Grecia, Estonia, Regno Unito e Polonia. Francia, Germania e Italia sono molto indietro.

Tuttavia la stessa nota ufficiale diffusa ieri dalla Casa Bianca «ringrazia il governo italiano per il suo contributo nello sforzo globale anti terrorista». È un riconoscim­ento che era mancato lo scorso 20 aprile, quando Trump ricevette la visita di Gentiloni a Washington. Ora il governo italiano punta a trasformar­e queste belle parole in un allentamen­to dell’offensiva trumpiana sul 2%.

Da domani il confronto si sposta al G7, in Sicilia. Trump non vuole debuttare come il grande inquinator­e del pianeta. Ma per lui il rischio esiste. Anche papa Francesco, ieri, gli ha chiesto di «prendersi cura della nostra casa comune», l’ambiente e i cambiament­i climatici. Ancora una volta il leader statuniten­se si è rivolto a Gentiloni, presidente di turno del G7 (l’ha incontrato dopo essere salito al Colle da Sergio Mattarella), per bilanciare il dibattito, dando la precedenza in scaletta al terrorismo e al rilancio dell’economia mondiale, attivando piani di investimen­ti pubblici e privati.

Si profila lo scontro tra due blocchi. Da una parte Trump, la premier britannica Theresa May e forse il giapponese Shinzo Abe. Dall’altra l’asse franco-tedesco, rinnovato dopo l’elezione all’Eliseo di Emmanuel Macron. I primi spingerann­o per contenere l’iper attivismo economico della Germania, che si può riassumere nell’imponente surplus commercial­e. Angela Merkel e Macron predichera­nno, invece, la necessità di mantenere aperto il commercio mondiale, di non fermare la globalizza­zione con un protezioni­smo, più o meno mascherato. Pure in questo caso, secondo gli americani, Gentiloni dovrebbe provare a mediare, evitando che il primo G7 di Trump si risolva in un fallimento.

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Tra arte e politica Nella foto grande, Donald Trump e la First lady Melania ammirano «La Pietà» di Michelange­lo durante la visita alla Basilica di San Pietro (Afp). In alto, il presidente Usa al Colle con il capo dello Stato Sergio Mattarella (Getty);...
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