Ministri scomodi Calenda attacca
Il ministro: le urne? Con la legge elettorale, evitando l’esercizio provvisorio e con le banche ricapitalizzate Boccia (Confindustria): il governo azzeri per tre anni il cuneo fiscale sull’assunzione dei giovani
Gli industriali durante l’assemblea annuale hanno evitato accuratamente di entrare in urto con il governo. Ma ci ha pensato il ministro Carlo Calenda. Con critiche all’ex premier Renzi.
L’applauso più lungo è per Carlo Calenda. Durante il suo intervento, alla relazione annuale di Confindustria, il ministro dello Sviluppo Economico si sofferma sulla prossima scadenza elettorale. «Bisogna arrivarci nei tempi giusti, evitando l’esercizio provvisorio e dopo avere completato la ricapitalizzazione delle banche». Passaggio squisitamente politico e corredato dall’indicazione che entro la fine della legislatura serve «una legge elettorale che dia la ragionevole probabilità della formazione di un governo, riducendo la frammentazione del sistema politico». Un chiaro no, insomma, a derive verso meccanismi elettorali di tipo proporzionale.
La lotta alla disoccupazione giovanile è, invece, la richiesta che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, esplicita e ribadisce in due passaggi della sua relazione. La priorità è finanziare lo sviluppo, dice, aggiungendo come ricetta l’azzeramento «del cuneo fiscale sull’assunzione dei giovani per i primi 3 anni. Sapendo fin d’ora che dopo dovremo ridurlo
per tutti». Sul fronte del lavoro Confindustria chiede al governo di muovere, partendo «dal documento condiviso con Cgil, Cisl e Uil» nei mesi scorsi. L’intento è l’elaborazione di un sistema di politiche attive «che in Italia manca da sempre». Il tema delle retribuzioni e del loro aumento deve, secondo Boccia, trovare risposta nell’aumento della produttività. Un meccanismo spesso evocato da Viale dell’Astronomia. La relazione riconosce,
tra l’altro, merito al Jobs act, al super ammortamento e ai crediti di imposta predisposti per il mondo dell’impresa, che stanno «dando i frutti attesi». Ma il punto resta, osserva Boccia, la necessità di non disperdere le risorse, tanto da ripetere nelle conclusioni del suo intervento la richiesta di azzerare il cuneo fiscale alle imprese che assumono giovani.
La relazione riassume anche lo stato di salute di un paese con 4 milioni e mezzo di poveri
e 8 milioni di disoccupati. Una condizione che non può trovare soluzione, stante «un valore dell’attività economica più basso di quello di dieci anni fa, e al ritmo dell’1%, non lo rivedremo prima del 2023», ammonisce Boccia. Ricordando i «vent’anni perduti» e il fatto che rispetto al 2000 il Pil (Prodotto interno lordo) è rimasto identico, mentre quello di Francia, Germania e Spagna ha registrato crescite superiori al 20%. Una nota di conforto arriva dall’export italiano: capace nel 2016 di raggiungere il record di 417 miliardi di euro. Il messaggio per il mondo politico è diretto, con la manifesta predilezione per un sistema elettorale maggioritario.
L’altro appello forte nel documento di 28 pagine riguarda la necessità di ridurre il debito pubblico italiano. Il messaggio di Boccia interpreta l’urgenza di varare «un’operazione verità». In poche battute il presidente di Confindustria riassume le riserve nei confronti dei movimenti antieuropeisti. «Su debito pubblico, deficit e crescita facciamoci guidare da competenza e serietà. Lasciamo a chi si inventa leader, senza nemmeno avere il senso della storia, di propagandare avventure pericolose che ci porterebbero dritti fuori dall’Europa e dentro fallimenti pubblici e privati». La considerazione, del resto, tiene conto del fatto che la Bce, la Banca centrale europea, nel medio termine porrà fine al provvidenziale e massiccio acquisto di titoli sovrani.