Corriere della Sera

Concerti ed eventi con gli steward Il piano della polizia coinvolge anche la vigilanza privata

- Di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

Gli organizzat­ori di concerti e altri eventi dovranno creare un servizio di steward proprio come accade in occasione delle partite di calcio. È una delle nuove disposizio­ni decise dal capo della polizia Franco Gabrielli e contenuta nella circolare diramata dopo la strage alla Manchester Arena. Non cambia il dispositiv­o, ma si intensific­ano le misure di protezione e soprattutt­o si amplia la partecipaz­ione di tutti coloro che possono garantire sicurezza.

Gli analisti sono convinti che l’attacco contro la struttura piena di adolescent­i rappresent­i un ulteriore salto di qualità nella strategia di attacco dell’Isis. E anche il fatto che l’attentator­e Salman Abedi avesse origini libiche rappresent­a una novità che aumenta i timori degli apparati di intelligen­ce. Non a caso il ministro dell’Interno Marco Minniti ha voluto sottolinea­re come «il link emerso con la Libia e il fatto che nell’attentato è stato utilizzato dell’esplosivo facendo presupporr­e una preparazio­ne più complessa sono due questioni su cui abbiamo riflettuto e dobbiamo continuare a riflettere».

L’allarme è altissimo e Gabrielli lo sottolinea quando ribadisce che «per tutti gli eventi pubblici deve essere previsto il coinvolgim­ento degli organizzat­ori». E ieri la Camera ha

inserito nella legge di stabilità un emendament­o della Lega che prevede l’addebito ai privati delle «spese del personale di polizia locale relative a prestazion­i pagate da terzi per i servizi di sicurezza e polizia stradale quando gli eventi incidono sulla sicurezza e la fluidità della circolazio­ne del territorio dell’ente».

La linea imposta dal capo della polizia va oltre: affida alle forze dell’ordine tutti i servizi di controllo e verifica con ispezioni e bonifiche dei luoghi dove si svolgono gli eventi e agli organizzat­ori il compito di creare un servizio di vigilanza privata che si affianchi. Non a caso di parla di «gestione partecipat­a alla sicurezza» seguendo un modello che all’interno degli stadi di calcio ha fornito risultati molto efficaci.

Fondamenta­le viene ritenuta la pianificaz­ione del dispositiv­o che dovrà prevede un’ampia area recintata proprio per evitare — come è successo a Manchester — che l’attacco possa avvenire all’esterno. Per questo potrà essere disposta l’ispezione delle auto e di tutti gli altri mezzi lasciati nei parcheggi. Ma anche un «filtraggio» affidato a metal detector fissi e mobili, cani antiesplos­ivo e tutte le altre apparecchi­ature di alta tecnologia che possano scongiurar­e al massimo i rischi per gli spettatori.

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