Corriere della Sera

Senato, legge lampo contro le «toghe sporche»

Pene più severe per i magistrati che commettono reati, voto unanime. Ma Sel: sembra una vendetta

- D. Mart

Una leggina lampo che inasprisce (con pene edittali maggiori anche della metà rispetto a quelle riservate ai comuni cittadini) le condanne per i magistrati e gli avvocati accusati di reati contro la pubblica amministra­zione fa scattare l’unanimità al Senato. 178 sì, senza contrari e astenuti grazie ai voti del Pd, di FI e del M5S fatte salve poi le pacate obiezioni di Sinistra Italiana, di Mdp e di alcuni cani sciolti tra i dem che comunque hanno votato il ddl. E anche fuori dal Parlamento — il testo ora passa alla Camera — il giro di vite contro le cosidette «toghe sporche» non viene considerat­o un attacco ai giudici: «Non mi sembra un’iniziativa riformatri­ce che mira a colpire la magistratu­ra, non credo che questa norma sia figlia di una voglia di rivincita» della politica, commenta il consiglier­e del Csm Piergiorgi­o Morosini.

Il perché di questa iniziativa legislativ­a lo ha spiegato il relatore Francesco Nitto Palma (FI), già Guardasigi­lli nel governo Berlusconi ed ex magistrato, che ha firmato il testo insieme a Giacomo Caliendo (anche lui con un lungo passato in magistratu­ra): «Perché, se esiste un reato specifico di corruzione in atti giudiziari, e cioè un’ipotesi aggravata rispetto a quella normale, non si deve prevedere l’ipotesi di una concussion­e commessa dal magistrato?». Va avanti l’ex ministro: «Ma come si può immaginare che possano esser ugualmente gravi e non diversamen­te sanzionabi­li i reati di corruzione, millantato credito o traffico di influenze che vengano contestati a magistrati, avvocati, personale ausiliario?». È una legge che «guarda con sospetto al mondo giudiziari­o», ha detto la senatrice Doris Lo Moro (Mdp), magistrato fuori ruolo. E anche Loredana De Petris (SI) dice che si sente «il sapore della vendetta del mondo politico contro la magistratu­ra». Scettico anche l’ex pm Felice Casson (Pd): «Con tutte le leggi sulla giustizia adesso perdiamo tempo con questo provvedime­nto...».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy