Fumata nera con Bruxelles Banche venete da Padoan
Resta il nodo del coinvolgimento privato. I vertici oggi al Tesoro
DAL NOSTRO INVIATO
Sale la tensione sul tentativo di salvataggio con aiuti di Stato della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. Gli amministratori delegati delle due banche, Fabrizio Viola e Cristiano Carrus, secondo indiscrezioni concordanti non avrebbero superato le riserve degli uffici della direzione Concorrenza della Commissione europea in un lungo e contrastato incontro tecnico a Bruxelles.
Sarebbe ora necessaria una riunione d’urgenza oggi a Roma anche con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che da tempo sta trattando principalmente il salvataggio del Montepaschi di Siena con il commissario Ue per la Concorrenza, la danese Margrethe Vestager.
Viola e Carrus vogliono l’autorizzazione europea agli aiuti pubblici per evitare la risoluzione dei due istituti veneti e l’applicazione della nuova normativa dell’Unione Europea (nota come bail in), che tiene fuori lo Stato (e i contribuenti) dai salvataggi bancari attribuendo le perdite principalmente ai privati (azionisti, obbligazionisti, grandi depositanti).
I due amministratori delegati puntano a ottenere la prevista eccezione detta «ricapitalizzazione preventiva», già considerata dall’Antitrust Ue per gli aiuti di Stato a Montepaschi, ancora non approvati soprattutto per le divergenze tra Bruxelles e Roma sul maxi taglio di costi da conseguire riducendo il personale.
Ma Vestager, dall’inizio, ha distinto tra la banca senese, che in caso di fallimento ritiene possa provocare conseguenze sistemiche, rispetto ai due istituti veneti, a cui ha invece attribuito un impatto su base locale. È trapelata così una richiesta della Concorrenza Ue di capitali privati aggiuntivi per un miliardo di euro come condizione inderogabile per ottenere il via libera a un intervento pubblico ridotto nella Popolare di Vicenza e in Veneto Banca.
Martedì scorso Padoan, do- Commissaria Margrethe Vestager, commissaria Ue per la concorrenza po l’Ecofin a Bruxelles, ha opposto un poco ottimistico «no comment», quando gli è stato chiesto delle insistenti voci in circolazione su un presunto orientamento della Commissione di mandare in risoluzione le due banche venete (anche per costituire un precedente rigoroso nell’applicazione del bail in).
L’amministratore delegato di Banca Intesa, Carlo Messina, ha detto che la richiesta di un miliardo di perdite a carico dei privati per i due istituti veneti è «assolutamente non condivisibile» e che «è necessario accelerare e farsi rispettare nel contesto delle sedi in cui si parla di questi argomenti» perché «non possiamo aspettare mesi e mesi in un loop burocratico tra soggetti che si palleggiano».