Basket, Milano vuole dipingere playoff «dadaisti»
Semifinale contro Trento, «Dada» Pascolo: «Terremo un ritmo asfissiante»
di nulla, la macchina è forte e il team anche. Ci sono tutti gli ingredienti per un bel fine settimana» spiega Seb, aggiungendo la parola magica per sbancare il Gp: «La pole è possibile». Prima casella e trionfo vanno a braccetto nella danza fra i muretti, a lui qui è successo una volta sola (2011, con la Red Bull). A Hamilton il bis mai (eppure ha vinto due volte, nel 2008 e l’anno scorso), e la sensazione è che assisteremo a un altro spettacolo intensissimo. Lewis sabato può raggiungere il suo idolo, Ayrton Senna, a quota 65 pole, ma la statistica interessa poco al rivale: «In cinque gare ce la siamo giocata sempre e potevamo vincerle tutte, è stato un
Una gran sera, questa sera, per Dada Pascolo che incontra nella gara 1 della semifinale (Forum, 20.45; su RaiSport e Skysport 1 HD) la sua Trento: città e squadra che lo hanno lanciato e consacrato: «È la prima volta in semifinale sia per Trento sia per me. Destino. Andrò ad abbracciare gli ex compagni prima della partita».
Poi che cosa succederà?
«Trento giocherà per la storia, ma noi dobbiamo completare il percorso di un anno intero».
La Dolomiti Energia la conosce bene. Cosa teme?
«Non si arrendono mai. Ogni pallone è quello della vita. Temiamo la loro capacità di adattamento ad ogni situazione tattica. Il primo che mi viene in mente è Toto (Forray, ndr): non è solo il playmaker e capitano, è lo spirito della squadra». Tecnica Davide Pascolo, il suo gioco è un inno alla tecnica (Ciamillo e Castoria)
Davide «Dada» Pascolo, 26 anni, friulano: il basket nel sangue, mamma (Anna) e papà (Andrea) come primi allenatori, il fratello minore, Marco, che studia e gioca negli Usa, all’Università di South Dakota di Rapid City. Dada è l’uomo che sta rivoluzionando il basket italiano con il suo gioco, il «dadaismo», ovvero un movimento che al materialismo del potere fisico oppone l’arte della tecnica. Tutti guardano il suo proverbiale uso del piede perno, ma c’è di più: la magistrale lettura degli spazi. «Diciamo che cerco sempre di infilarmi».
Nelle 4 gare contro Capo d’Orlando, Pascolo è risultato il miglior realizzatore (64 punti) e il giocatore con la miglior valutazione dell’EA7. La scoperta più importante è stata l’intesa con Raduljica?
«Miro mi trova sempre smarcato. A lui piace “fare perno” e a me piace muovermi attorno. Ci cerchiamo».
Qual è la cosa più importante che ha imparato a Trento e che le è servita a Milano?
«Ragionare sempre in senso positivo e propositivo».
Cosa le manca di Trento?
«Direi che cosa mi rimane? Un sentimento di gratitudine verso tutte le persone e l’ambiente: era la mia prima esperienza fuori casa e mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come persona».
Oggi, però, niente sconti?
«Ci siamo preparati sulla loro aggressività, sui cambi di difesa e sul controllo della palla per togliere a loro il ritmo della partita».
Pronti?
«All’80%. Il restante 20% lo troveremo nel corso della serie».