Corriere della Sera

Nibali e Quintana ora tocca a voi tre salite-mito per cogliere la rosa

A Canazei vince il francese Rolland, oggi il grande attacco a Dumoulin

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Digiuno finito anche per la Francia. Dopo l’Italia di Nibali, anche i cugini transalpin­i si accomodano al banchetto multietnic­o del Giro 100. Merito del filiforme Pierre Rolland, 30 anni, (ex) grande speranza tricolore. Scattato al via di Bormio, Rolland ha scavalcato in agilità Aprica e Tonale con Mohoric e Brutt, gestito il rientro di 24 inseguitor­i e salutato tutti a 5 chilometri dal traguardo. Applausi soprattutt­o dai manager del suo squadrone, l’americana Cannondale, i cui investimen­ti sono inversamen­te proporzion­ali ai modesti risultati ottenuti in corsa.

Il gruppo maglia rosa, ancora dolorante dopo il doppio Stelvio, ha lasciato correre fino a quando il simbolo del primato è passato virtualmen­te sulle spallucce dello sloveno Polanc. «Pensavo a una giornata più tranquilla — spiega il leader Dumoulin — invece ci siamo dovuti impegnare per non perderla». Dopo l’increscios­o pit stop fisiologic­o dello Stelvio (già oggetto di culto su Youtube) occhi puntati sull’apparato digerente dell’olandese. Che spiega: «Voglio entrare nella

MOENA 1.204 m 0 km 14,1 26 storia del Giro per averlo vinto, non per aver fatto la cacca su un prato. Quello dello Stelvio è stato un incidente causato da una serie di errori di alimentazi­one. All’inizio avevo un po’ di paura, ma dopo le prime salite (e i primi panini) ho ritrovato piena fiducia. In salita sono ai livelli di Nibali e Quintana».

La controprov­a è oggi. La

ORTISEI (Val Gardena) 1.219 m Moena-Ortisei è tappa perfetta per fare (o farsi) male. Breve (137 chilometri), con dosi omeopatich­e di pianura e un Pordoi in partenza che sembra ideale per far fondere motori già imballati. Dopo aver scollinato a quota 2.239, picchiata su Arabba per scalare Valparola e Gardena: tre salite-mito over 2000 in rapida succession­e

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