Corriere della Sera

Falcone e Borsellino, un’orazione laica nello stile di Fazio

- Di Aldo Grasso

A25 anni di distanza dal tragico attentato di Capaci, Fabio Fazio ha curato per Rai1 una serata commemorat­iva dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e degli uomini delle loro scorte, all’insegna della memoria e dell’impegno civile (martedì, 20.30).

L’impression­e è stata quella di un grande rito laico, di quelli che Dayan e Kats ormai molti anni fa hanno chiamato «cerimonie dei media». Dopo tutti questi anni, il nostro Paese sta ancora elaborando il lutto per una ferita, un trauma collettivo che l’ha colpito nel profondo. Il tono era molto istituzion­ale, dettato sin dall’inizio dal messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In diretta da Palermo, i luoghi delle due stragi e in quelli che hanno punteggiat­o la loro vicenda profession­ale e umana sono stati attraversa­ti dal racconto delle vite di Falcone e Borsellino, animati dal racconto di attori, musicisti, letterati e uomini delle istituzion­i.

Quando la gravità del fatto commemorat­o è così forte, quando il tema è così sensibile, è impossibil­e addentrars­i in un giudizio tecnico: la serata era un momento necessario, se pur retorico, per il Servizio Pubblico ed è stata costruita con profession­alità da Fabio Fazio, unico capace di apporre il suo «taglio» a celebrazio­ni come queste. Pif, che lo accompagna­va nella diretta, ha saputo trovare il giusto tono di racconto anche fuori dal contesto protetto del documentar­io.

Alcuni momenti sono apparsi, in termini narrativi, più riusciti di altri: più che le orazioni civili sul palco, hanno emozionato soprattutt­o le sequenze «fuori dal palco», girate nei luoghi della memoria, come la visita negli uffici di Falcone, il racconto di Ottavia Piccolo nell’aula bunker del Maxi Processo, il passaggio della Croma bianca sull’autostrada all’altezza di Capaci, gli incontri con chi ha conosciuto i due giudici nella vita quotidiana, come uomini prima ancora che come eroi civili.

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