Venditori abusivi di alcol difesi da 50 giovani Carabinieri accerchiati
Ancora caos a Torino. Appendino: «Segno di inciviltà»
Carabinieri circondati, minacciati e spintonati da una cinquantina di ragazzi in piazza Vittorio Veneto, a due passi dai Murazzi del Po. Uno dei luoghi della movida della città che si anima il sabato sera.
I giovani pretendevano che i militari lasciassero fare ai due venditori abusivi di alcolici che erano stati fermati. Due cittadini bengalesi che trascinavano a fatica i carretti pieni di birre. Ne è nato un parapiglia. «I miei uomini — spiega il capitano Vincenzo Carpino che comanda la compagnia San Carlo — erano in borghese, si sono qualificati e, vedendosi circondati, hanno chiamato le pattuglie di rinforzo». Stretti nella morsa di chi rivoleva la birra e difendeva i due, i carabinieri sono comunque riusciti a trasferire in caserma gli stranieri e a sequestrare le bevande. La confusione è durata una decina di minuti.
È la seconda volta in pochi giorni che le forze dell’ordine vengono prese di mira dai frequentatori della movida torinese. La scorsa settimana, domenica In strada Il parapiglia a mezzanotte, sei «pantere» della polizia erano state costrette a lasciare piazza Santa Giulia a causa della reazione violenta verso gli agenti impegnati in un controllo contro gli abusivi del vetro, da parte di una settantina di ragazzi che in quel luogo trascorrevano la serata.
«Stiamo indagando — spiega Carpino — per verificare se le proteste siano state spontanee oppure organizzate». Il sospetto è che gli attivisti di un centro sociale cittadino (gli stessi che hanno diffuso sul web le immagini delle proteste) possano essere gli agitprop.
«L’accerchiamento dei carabinieri che controllavano i venditori abusivi — ha scritto su Facebook la sindaca Chiara Appendino — è un chiaro segno di inciviltà. Certe volte il mondo sembra rovesciarsi. Una Giunta lavora per adottare strumenti che facciano convivere meglio le esigenze di tutti, confrontandosi con ogni parte per mesi, poi succedono episodi come questo». La sindaca ricorda l’ordinanza emessa dopo i fatti di piazza San Carlo e che vieta la vendita d’asporto (abusiva e non) di alcolici e bevande in bottiglie di vetro e lattine e conclude: «Spesso la legge la si accetta solo quando tutela il proprio interesse, ma non possiamo arrenderci a un livello così basso. Il rispetto delle regole e delle libertà altrui è la base per una convivenza civile: su ciò non è possibile transigere».