Dalla Mongolia alla Svezia (e ritorno) per diventare leader della sostenibilità
Storia di Chantsalnyam: a 15 anni non conosceva le banconote. Ma voleva studiare
con gli studenti di tutto il mondo e con il popolo svedese egualitario e innovativo, per poi contribuire allo sviluppo della mia nazione, e aiutare a costruire un mondo migliore».
Ma la storia di Chantsalnyam è davvero unica, e infatti ha colpito l’opinione pubblica del suo Paese adottivo. Lei era la più piccola di quattro fratellini, che per forza di cose dovevano badare da molto presto e in completa autonomia alle mandrie della famiglia: «Mai un giorno libero, mai una settimana di vacanza…», ricorderà molto più tempo più tardi. I genitori non erano però analfabeti, né gente primitiva. Avevano qualche ambizione per i figli. E così a 8 anni, Chantsalnyam con due dei fratelli di 9 e 14 venne mandata a studiare: cioé in una scuola a 60 chilometri di distanza dalla yurta di famiglia, nel villaggio più vicino dove un’altra yurta più piccola divenne la loro casa per gli anni successivi. Non vedevano quasi mai il padre e la madre: e anche per questo lei si buttò a studiare con tutte le forze, «per non dover mai essere separata nella vita dai miei figli», racconterà ancora. Fra i banchi si studiava anche il russo — rimasto radicato in Mongolia dai tempi dell’Urss — ma un giorno Chantsalnyam conobbe un’insegnante che lavorava con un’Organizzazione non governativa francese: così, senza mai essere stata in Francia né in Europa, imparò anche il francese. Cominciò a interessarsi ai problemi dell’ambiente, dei rifiuti, della scarsità d’acqua nel suo Paese, guardò in modo più Così un master ideato dalla università di Malmoe ha cambiato la sua vita Cammelli Chantsalnyam Luvsandorj con i suoi animali: da ragazzina ha guidato mandrie di cammelli e cavalli nelle steppe della Mongolia, dove la metà dei 3 milioni di abitanti vive nella capitale Ulaanbaatar consapevole a quella natura che aveva conosciuto e affrontato fin da bambina. Attraverso l’Ong, venne a sapere dei corsi all’università di Malmoe. Quando la sua domanda di iscrizione fu accettata era già sposata anche se giovanissima, come accade al suo Paese, e aveva due bambini: loro e il marito l’hanno raggiunta per la cerimonia della laurea.
Oggi si apre per Chantsalnyam un nuovo capitolo di vita. Dalla Mongolia alla Svezia, e poi il ritorno dalla Svezia alla Mongolia: da un cielo screziato dalle aurore boreali, a un altro popolato dai miraggi sull’orizzonte del Gobi, un secondo viaggio nello spazio e anche nel tempo. Ma lei l’ha spiegato nelle interviste: quello che si porta dentro («ho voglia di fare tante cose, vorrei fare tutto, ora mi sento ispirata ad essere meno passiva»), quello resterà.
Il master a Malmoe