«Meno costi e più sviluppo Per il Gruppo 24 Ore la svolta ora è avviata»
Moscetti: possiamo guardare avanti con più tranquillità
che favorevole».
Perché ha accettato? In fin dei conti da manager aveva già avuto le sue soddisfazioni
«Ho accettato l’incarico con lo spirito del civil servant e l’idea di voler salvare un pezzo della storia economica di questo Paese. La prima cosa da fare era restituire credibilità a questa azienda».
Per voltare pagina prima bisogna chiudere i conti con il passato, non crede?
«La magistratura sta indagando e la Consob ha fatto un lavoro importante. Come ha anche ricordato il presidente Fossa in assemblea, se emergeranno responsabilità oggettive verrà promossa un’azione di responsabilità nei confronti delle passate gestioni»
Intanto sono iniziati i tagli...
«E’ impossibile avviare una strategia di sviluppo senza aver fatto prima pulizia in casa. Non sono per la macelleria sociale ma va trovato un equilibrio tra le esigenze di chi lavora nel Gruppo e la necessità di un’azienda alle prese con importanti problemi da risolvere per garantire la continuità. Al 30 giugno 2019 sono previsti risparmi strutturali del 30% sul costo del lavoro. Me ne sono assunto la responsabilità. L’obiettivo è di sviluppare il Sole in un’ottica di lungo periodo».
Tagliare è l’unico modo per tornare alla redditività?
«Ristrutturare significa tagliare i costi per migliorare l’efficienza e porre le basi per lo sviluppo. Il primo semestre del 2017 è stato dedicato alla riduzione dei costi, nel secondo ci dedicheremo di più allo sviluppo dei ricavi: nei primi 3 mesi il fatturato è calato di 9 milioni per i minori investimenti pubblicitari, ma abbiamo migliorato di 3,1 milioni l’Ebitda rispetto all’anno precedente. L’azienda è diventata più efficiente e i prossimi L’amministrato re delegato del gruppo «Sole24Ore», Franco Moscetti, che giovedì scorso ha ottenuto il via libera dall’assemblea dei soci sul delicato bilancio della società e sull’aumento di capitale trimestri lo confermeranno».
Come pensa di aumentare i ricavi?
«E’ difficile trovare nuovi ricavi solo con il giornale, che però resta un fondamentale strumento per creare fiducia nel lettore e rafforzare la brand reputation per poter esplorare altri ambiti. Il Gruppo non ha solo il quotidiano ma anche la Radio, l’agenzia di stampa, la divisione Tax & legal, la formazione, la cultura, per cui da questo punto di vista siamo posizionati meglio di altri perché siamo specializzati e ci rivolgiamo a un pubblico formato da professionisti, manager, aziende. Mondi a cui siamo in grado di fornire prodotti e servizi adeguati».
E il digitale?
«Quello che nasce su carta deve continuare a vivere online con continui aggiornamenti. Cambiando il modo e il tempo di fruizione di una notizia però anche la produzione deve adeguarsi. Investire nel digitale vuol dire migliorare i prodotti e utilizzare i big data per profilare meglio i nostri lettori e abbonati. Il futuro per i media è anche questo, non solo la carta»
Bastano 50 milioni di aumento di capitale?