Corriere della Sera

Aru sogna in giallo

Battesimo Chris svela le sue chance, Fabio subito protagonis­ta, bravissimo Trentin, Valverde finisce in ospedale Il Tour scattato sul bagnato tra cadute e ritiri: Thomas leader, il favorito Froome sesto Il sardo soddisfatt­o: «Miglior crono della vita»

- Marco Bonarrigo

DÜSSELDORF Quei geniacci di Sky, tecno-rivoluzion­ari del ciclismo moderno, ne hanno inventata un’altra delle loro: l’officina di messa a punto rapida del corridore in crisi.

Appena 20 giorni fa, al Giro del Delfinato, Chris Froome ha disputato la peggior cronometro della carriera. Lento, imballato, la sella che gli scivolava sotto il sedere, Mr Frullino le buscò dall’ex delfino Porte, dal vecchio Contador e non solo. Impresenta­bile lui — cronoman superbo — imbolsiti anche gli altri soldatini di Sky. Davanti ai cronisti pronti al de profundis, il triplo vincitore del Tour affermò: «Adesso si va dieci giorni in altura al Sestriere per una messa a punto veloce. E tutto tornerà a posto».

Detto, fatto: ieri nei 14 chilometri della cronometro d’apertura del 104esimo Tour de France, Sky ha malmenato la concorrenz­a. S’è presa vittoria e maglia gialla col gallese Geraint Thomas — quello abbattuto dalla moto della polizia sul Blockhaus al Giro d’Italia — che ha staccato lo specialist­a svizzero Küng (2°) e l’iridato Tony Martin (4°). S’è presa il terzo posto col bielorusso Kiryienka. S’è presa il sesto con Froome che, aprendo il gas nell’ultima parte del tracciato (l’unica dove non si rischiava di ruzzolare), ha affibbiato oltre 30” a tutti i suoi avversari per la vittoria finale. Impression­ante nella gestione della gara ma anche, come sempre, nello scrupolo: dopo due ricognizio­ni in bici ha voluto seguire un compagno in ammiraglia per un’ultima verifica dello stato delle strade. Consideran­do anche l’8° posto del non specialist­a Kwiatkowsk­i, c’è da approfondi­re (e copiare) il concetto di «messa a punto veloce» di Sky.

Se Froome gongola, Fabio Aru può essere soddisfatt­o della miglior crono disputata in carriera. Il sardo ha perso 40” dall’inglese, che non sono pochi, ma è rimasto incollato alle ruote di Porte (+5”), che al Definato l’aveva doppiato, di Quintana (+4”) e di Bardet (+1”), pedalando più veloce di Contador e del suo co-capitano in Astana, Jacob Fuglsang. «Scendendo dal bus per andare alla partenza — ha spiegato il sardo — ho fatto in tempo a vedere in tv la brutta caduta di Valverde. Il tracciato era scivolosis­simo, l’avevamo già capito nella ricognizio­ne del mattino che ci ha dato tutt’altra idea rispetto alla vigilia. Ho cercato di non correre rischi e finito la gara in progressio­ne. Bene così».

Rischi che, purtroppo per lui, ha corso il navigato, il furbo, l’indistrutt­ibile Valverde. Lo spagnolo dalle mille vite è inchiodato alle sue colpe dal transponde­r piazzato sotto la sella dagli organizzat­ori: entrato a velocità folle (55,1 km all’ora, la più alta tra i 198 partenti) nella curva più pericolosa del circuito, si è avvitato contro una transenna. Caduta brutta, urto violento. Rimasto a lungo a terra, ha lasciato la corsa (e capitan Quintana) in ambulanza, piegato dal dolore. La prima diagnosi è confermata: frattura della rotula sinistra. La carriera dell’Embatido forse è finita ieri. Silenzioso Quintana, deluso e in affanno Richie Porte, di Froome il rivale più quotato, che sulla crono puntava tanto: «Il tracciato era una pista di pattinaggi­o e quando ho visto cadere Nico Roche sono rimasto paralizzat­o».

La sfida dei nervi segna un due a zero secco a favore di Froome: gli altri devono già inseguirlo. Bravissimo l’azzurro Matteo Trentin, quinto ad appena di 10” dal vincitore: «Se mi avessero parlato di un risultato del genere — ha detto il jolly della Quick Step — avrei risposto con una sonora risata. Non ci credo ancora, ma mi godo il momento».

Se lo gode anche Geraint Thomas, salito sul podio per vestire la maglia gialla con la faccia di uno che non ha capito quello che ha combinato. Il gallese, 31 anni, ha già vissuto l’emozione di due ori olimpici e tre mondiali su pista. Ma il Tour è altra cosa. «E pensare — spiega il fedelissim­o di Froome — che non ho preso nemmeno troppi rischi in curva, anche se il tracciato quando sono passato io era ancora gestibile. Bastava tirare i freni al momento giusto: io ci sono riuscito».

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Grinta Fabio Aru impegnato nella cronometro individual­e di 14 km che ieri a Düsseldorf ha lanciato la 104ª edizione del Tour de France: da oggi indosserà la maglia tricolore di campione d’Italia (Epa)
 ??  ?? Paura La caduta nella crono di Alejandro Valverde, finito contro le transenne e soccorso dai medici (Ap, Ipp)
Paura La caduta nella crono di Alejandro Valverde, finito contro le transenne e soccorso dai medici (Ap, Ipp)
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