Corriere della Sera

Marquez è un treno, ma Rossi spera «Certezze zero, tutto può succedere»

«Il lato positivo quest’anno è che se anche finisci in fondo puoi risalire in un attimo»

- Alessandro Pasini

DAL NOSTRO INVIATO

«Buongiorno, sono Marc Marquez, vengo qui dal 2010, ho una prenotazio­ne anche per quest’anno». Il campione del mondo avrà parlato così ieri alla reception del primo gradino del podio su cui sale da 7 anni. Sul pistino del Sachsenrin­g — 3671 metri di curve e curvette incastrate a stento fra colline e capannoni industrial­i — nessuno sta comodo come lui con la sua Honda: nettamente il più veloce sull’asciutto (spaventosa la simulazion­e di metà gara al mattino), il gatto di Cervera vola anche sul bagnato e infatti è nell’acqua che si è preso la sua terza pole stagionale. Il favorito di oggi è chiarament­e lui e, visto che gli altri big sono in terza fila (Rossi 9°) o in quarta (Dovizioso 10° e Viñales 11°), l’ultima corsa prima della pausa estiva potrebbe regalarci l’ennesimo rimpasto di governo.

In questo quadro, a Valentino e agli altri motogipist­i non resta che sperare nelle variabili. La pioggia, per esempio, che qui scende spesso, a sprazzi e sempre quando non deve: quando le moto corrono, per esempio, oppure quando esci dall’auto nel parcheggio sterrato. Nessuno la invoca davvero («Io spero nell’asciutto», dice Rossi), ma molti sognano che possa sparigliar­e i valori. Un’altra variabile pesante sarebbe il flag-to-flag, cioè il cambio di moto in corsa. In questo caso Rossi tremerebbe: avendo un solo telaio buono (quello nuovo vincente ad Assen) dovrebbe sciroppars­i un pezzo di gara con quello vecchio. Che fare? «Bella domanda. Asciutto o bagnato, penso di partire con quello nuovo». E poi c’è la famosa minaccia del Sachsenrin­g: la curva 11 che si fa a destra dopo 31” percorsi in piega a sinistra, quando il fianco destro dello pneumatico è diventato gelido e sdraiarsi è un attimo. È sempre accaduto, immaginars­i ora con le volubili Michelin.

Siete confusi? Anche i piloti. «Ormai non si capisce più niente — spiega Rossi —. Sull’asciutto ho un passo buono, invece sul bagnato fatico tanto, Confidenze Valentino Rossi «parla» alla sua Yamaha prima delle qualifiche del Gp di Germania (Afp) e come me le Yamaha. Strano, perché ad Assen invece andavamo bene. Ma qui ormai ogni volta si riparte da zero. Guardate Zarco: ad Assen sul bagnato era in pole, qui è 19°: non può essere la moto. Il matrimonio moto-pista cambia di gara in gara e può davvero succedere di tutto».

Così, a proposito di variabili, Valentino potrebbe ritrovarsi come alleato anti Marquez proprio il Petrucci che a momenti lo siringava in Olanda. Il ducatista Pramac, secondo, parte in prima fila per la terza gara consecutiv­a, un degno modo per festeggiar­e il rinnovo del contratto firmato ieri a stipendio raddoppiat­o. «La torta è grossa, è mancata solo la ciliegina della pole», sorride il Petrux. Valentino parte col nono tempo, Petrucci si conferma al top: 2° dietro lo spagnolo

Petrucci top

Lui è rider anfibio e, dovesse piovere, potrebbe fare il colpo pieno. Rossi, Dovizioso e Viñales (furioso per un diverbio con Marquez dopo un contatto al limite) sarebbero ben felici di dirgli grazie. Ipotesi azzardata, ma non fantascien­za. Come spiega Valentino, «tutto è così incontroll­abile che c’è il lato positivo: anche se vai a fondo, sai che non lo sei del tutto perché le cose possono cambiare in un attimo». Si chiama ottimismo e oggi ne servirà molto. «Poi alle due e tre quarti vi dirò com’è andata…».

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