Marquez è un treno, ma Rossi spera «Certezze zero, tutto può succedere»
«Il lato positivo quest’anno è che se anche finisci in fondo puoi risalire in un attimo»
DAL NOSTRO INVIATO
«Buongiorno, sono Marc Marquez, vengo qui dal 2010, ho una prenotazione anche per quest’anno». Il campione del mondo avrà parlato così ieri alla reception del primo gradino del podio su cui sale da 7 anni. Sul pistino del Sachsenring — 3671 metri di curve e curvette incastrate a stento fra colline e capannoni industriali — nessuno sta comodo come lui con la sua Honda: nettamente il più veloce sull’asciutto (spaventosa la simulazione di metà gara al mattino), il gatto di Cervera vola anche sul bagnato e infatti è nell’acqua che si è preso la sua terza pole stagionale. Il favorito di oggi è chiaramente lui e, visto che gli altri big sono in terza fila (Rossi 9°) o in quarta (Dovizioso 10° e Viñales 11°), l’ultima corsa prima della pausa estiva potrebbe regalarci l’ennesimo rimpasto di governo.
In questo quadro, a Valentino e agli altri motogipisti non resta che sperare nelle variabili. La pioggia, per esempio, che qui scende spesso, a sprazzi e sempre quando non deve: quando le moto corrono, per esempio, oppure quando esci dall’auto nel parcheggio sterrato. Nessuno la invoca davvero («Io spero nell’asciutto», dice Rossi), ma molti sognano che possa sparigliare i valori. Un’altra variabile pesante sarebbe il flag-to-flag, cioè il cambio di moto in corsa. In questo caso Rossi tremerebbe: avendo un solo telaio buono (quello nuovo vincente ad Assen) dovrebbe sciropparsi un pezzo di gara con quello vecchio. Che fare? «Bella domanda. Asciutto o bagnato, penso di partire con quello nuovo». E poi c’è la famosa minaccia del Sachsenring: la curva 11 che si fa a destra dopo 31” percorsi in piega a sinistra, quando il fianco destro dello pneumatico è diventato gelido e sdraiarsi è un attimo. È sempre accaduto, immaginarsi ora con le volubili Michelin.
Siete confusi? Anche i piloti. «Ormai non si capisce più niente — spiega Rossi —. Sull’asciutto ho un passo buono, invece sul bagnato fatico tanto, Confidenze Valentino Rossi «parla» alla sua Yamaha prima delle qualifiche del Gp di Germania (Afp) e come me le Yamaha. Strano, perché ad Assen invece andavamo bene. Ma qui ormai ogni volta si riparte da zero. Guardate Zarco: ad Assen sul bagnato era in pole, qui è 19°: non può essere la moto. Il matrimonio moto-pista cambia di gara in gara e può davvero succedere di tutto».
Così, a proposito di variabili, Valentino potrebbe ritrovarsi come alleato anti Marquez proprio il Petrucci che a momenti lo siringava in Olanda. Il ducatista Pramac, secondo, parte in prima fila per la terza gara consecutiva, un degno modo per festeggiare il rinnovo del contratto firmato ieri a stipendio raddoppiato. «La torta è grossa, è mancata solo la ciliegina della pole», sorride il Petrux. Valentino parte col nono tempo, Petrucci si conferma al top: 2° dietro lo spagnolo
Petrucci top
Lui è rider anfibio e, dovesse piovere, potrebbe fare il colpo pieno. Rossi, Dovizioso e Viñales (furioso per un diverbio con Marquez dopo un contatto al limite) sarebbero ben felici di dirgli grazie. Ipotesi azzardata, ma non fantascienza. Come spiega Valentino, «tutto è così incontrollabile che c’è il lato positivo: anche se vai a fondo, sai che non lo sei del tutto perché le cose possono cambiare in un attimo». Si chiama ottimismo e oggi ne servirà molto. «Poi alle due e tre quarti vi dirò com’è andata…».