Come comunicare i fatti a chi non li vuole sentire
embra che stiamo entrando in un mondo che viene definito della “post-verità”, nel quale emozioni e convinzioni personali contano più di fatti e dati oggettivi nel formare l’opinione pubblica. «Ciascuno ha un suo pacchetto di profonde convinzioni che influenza il modo in cui vede se stesso e comprende il suo posto nel mondo» dice Troy Campbell dell’University of Oregon. «Sono convinzioni apprese da diverse tribù sociali, come famiglia, semplice seppur rigorosa, per cercare di convincere chi rifiuta i fatti della scienza, è un comprensibile approccio intuitivo al problema. C’è infatti la ragionevole convinzione che fatti e prove arrivino a plasmare le convinzioni, anche se diverse ricerche in ambito psicologico hanno dimostrato che è vero perlomeno anche il contrario, ossia che le convinzioni preesistenti guidano la ricerca di fatti e prove che possano confermarle. Una ricerca tedesca, ad esempio, ha dimostrato che genitori esitanti se vaccinare o no il figlio, sono diventati ancora meno propensi a vaccinarlo quando venivano loro date informazioni che smascheravano il mito che i vaccini possano causare l’autismo.
C’è però chi sostiene che invece si debba insistere su fatti e dati. Come Roberto Burioni, ordinario di Virologia e microbiologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, autore del libro «Il vaccino non è un’opinione» (Mondadori, 2016). «Personalmente La ricerca In uno studio condotto in Germania è stato osservato che genitori esitanti sul vaccinare o no i propri figli, sono diventati ancora meno a farlo dopo aver ricevuto informazioni che demolivano il falso mito a proposito del rischio di autismo dopo una vaccinazione ritengo che riportare dati scientifici abbia una grande efficacia. I dati devono però essere comunicati in maniera semplice, convincente, e soprattutto con esempi che leghino la verità scientifica, spesso complessa, a esempi quotidiani che tutti possono comprendere. Sappiamo che chi non vaccina mette in pericolo tutta la comunità, ma un conto è enunciare questo principio in forma astratta, un conto è raccontare che in Romania, a causa delle mancate vaccinazioni, sono morti tre bambini che non erano figli di antivaccinisti, ma che erano troppo piccoli per essere vaccinati. La forma, dunque, è tanto importante quanto il contenuto. Ma ritengo anche che la scienza abbia una sua forza derivante dal rigore e che, quando uno scienziato accetta di discutere con chi ne rifiuta il metodo, questa forza svanisca. È per questo che non ho mai accettato il confronto con chi sostiene falsità». alle domande dei lettori su psicologia e psichiatria all’indirizzo
http://forum. corriere.it/ psichiatria