La quasi eterna giovinezza inseguita da Silicon Valley e big farmaceutici: le novità su L’Economia del Corriere domani gratis in edicola
Cile sta lavorando al progetto del telescopio più grande del mondo. Poi ci sono gli ultimi piani della famiglia Preve, proprietaria del Riso Gallo e arrivata alla sesta generazione in azienda. Ferruccio de Bortoli, invece, affronta una vicenda singolare: la paralisi di 30 miliardi di investimenti destinati da diverse imprese italiane all’Iran. Dopo l’elezione di Trump il clima internazionale è cambiato, e la partnership di cui si è tanto parlato mesi fa rischia di rimanere solo un progetto.
Mentre nel capoluogo lombardo si chiude la prima edizione di Xl, la manifestazione che ha provato a unire il sistema creativo nazionale, iniziano le sfilate della settimana della moda femminile. Ma il duello più popolare negli armadi è quello tra H&M e Zara, le due multinazionali della moda a basso costo che fa tendenza e, qualche volta, incrocia le griffe di alta gamma. Poi c’è l’atto secondo di Borsalino: il cappello di Bogart, il prodotto italiano più famoso nella Hollywood degli anni ruggenti, è ora gestito dal finanziere italo-svizzero Camperio. La regia e i protagonisti dell’operazione.
Mille miliardi di capitalizzazione: Apple sogna il traguardo che nessun titolo quotato al Nasdaq ha mai raggiunto. Ce la può fare se la scommessa del costoso iPhone X, appena lanciato, si rivelerà azzeccata. E ancora: Stefano Mauri, editore di Messaggerie, rivela che la nuova frontiera dei libri è antica come la carta oppure inedita come i libri da ascoltare in streaming, mentre gli ebook sono «superati».
I prezzi delle case sono in ripresa.
I prezzi del mattone L’analisi sul mercato immobiliare con quotazioni in ripresa da Milano a Napoli
Il mattone non dorme più: la mappa dei quartieri più caldi copre tutta la penisola, da Milano a Napoli. Intanto a Piazza Affari si mettono in luce i titoli che potrebbero beneficiare della web tax, l’imposta che l’Unione europea potrebbe riuscire a far pagare ai giganti della Silicon Valley che finora hanno fatto «sparire» i profitti generati nel Vecchio Continente.