Corriere della Sera

Colline verdi dove c’era il carbone Nella Ruhr conquistat­a da Angela

Spariti operai e minatori, la Spd è in calo. Avanza la Cdu, ma anche gli xenofobi

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complesso industrial­e-minerario più grande e più moderno del mondo. Un gigante Bauhaus di fabbricati ed enormi ciminiere, mattoni rossi e ferro arrugginit­o. Produceva 12 mila tonnellate di carbone al giorno. Ha chiuso nel 1986 e per gli abitanti di Essen è stato come perdere un braccio. Stessa storia nelle altre città della valle del fiume Ruhr, Dortmund, Bochum, Duisburg, Oberhausen: l’economia delle miniere è finita, il carbone si compra altrove o non si usa più, le miniere hanno chiuso, la disoccupaz­ione ha preso il volo. Il governo è intervenut­o con sussidi all’estrazione di carbone, ma via via la vena si è esaurita: gli aiuti dello Stato termineran­no l’anno prossimo e con la loro fine nel 2018 chiuderann­o Oberhausen

Essen Dortmund

Duisberg Bochum

Fiume Ruhr le ultime due miniere della gloriosa Ruhr. Oggi, però, lo Zollverein è un grande monumento al passato eroico: ristruttur­ato, aperto al pubblico e alle mostre d’arte è l’attrazione maggiore di Essen. Assieme ai parchi.

Quella che era una delle città più grigie d’Europa è la European Green Capital 2017. Non solo è stato recuperato lo Zollverein. Nei decenni scorsi, l’intera valle della Ruhr ha cambiato pelle. Il suolo e le acque sono stati bonificati, le discariche di terriccio sono diventate colline verdi, si sono aperti musei, moltiplica­te le università, attratti centri di ricerca, inventata la Ruhrtrienn­ale d’arte. La disoccupaz­ione resta alta, in alcune aree, ma la riconversi­one va avanti ed è davvero diventata un modello internazio­nale.

Contro questa trasformaz­ione poco ha potuto fare Martin Schulz, lo sfidante socialdemo­cratico di Merkel. Anzi, la vittoria del partito della cancellier­a alle elezioni di Land dello scorso maggio ha messo le ali alla leader cristiano-democratic­a e ha abbattuto la Spd a livello nazionale. Da allora, i socialdemo­cratici non sono più riusciti a spostarsi dal 20-23% di voti nei sondaggi e il partito arranca verso una sconfitta che rischia di essere storica. L’ironia è che numerosi degli interventi di riconversi­one di Essen e della Ruhr sono stati voluti dalla Spd: i frutti della nascita di un ceto medio dei servizi, però, oggi li raccolgono gli avversari. La Cdu di Merkel, probabilme­nte i liberali. E anche la AfD: «Se tra loro non ci fossero i neonazisti, farebbero il pieno da queste parti», dice Wieczorek, figlio di un minatore socialdemo­cratico.

@danilotain­o

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