Corriere della Sera

Perché i figli non sono proprietà dei genitori

- Di Pierluigi Battista

Mi è arrivata addosso una valanga di insulti dai furibondi apostoli della militanza «No vax» per aver affermato una cosa di semplice buon senso e cioè che «i figli non sono proprietà dei loro genitori» e dunque che i genitori non possono impunement­e far del male ai loro figli, non curandoli, esponendol­i indifesi alle malattie mortali, maltrattan­doli, mortifican­doli: anche con la scusa di far loro del bene. Hanno detto che allora l’alternativ­a sarebbe fare dei bambini «proprietà dello Stato». Una sciocchezz­a. Ma lo Stato, attraverso le leggi che liberament­e si è dato, può e deve far rispettare i diritti dei bambini anche nelle case, all’interno delle famiglie: è così inaccettab­ile per i genitori che non vogliono vaccinare i loro figli con mezzi che hanno debellato malattie che in passato hanno provocato morte e sofferenza? Un po’ di esempi, allora. La scuola dell’obbligo si chiama così proprio perché c’è un obbligo che impone ai genitori di mandare i loro figli a scuola fino a una certa età. Se una coppia di genitori sventurati volesse impedire ai loro bambini il diritto all’istruzione primaria tutelato dalla legge, sarebbe lecito o no comminare sanzioni a chi quella legge l’ha scientemen­te violata? Se i genitori si rifiutano di curare i loro bambini per salvare la loro vita, per esempio opponendos­i a indispensa­bili trasfusion­i di sangue, è giusto che lo Stato intervenga per tutelare il diritto fondamenta­le alla salute garantito anche per i minori (la lettura della «Ballata di Adam Henry» di Ian McEwan, Einaudi, potrebbe essere molto utile, oltre che assai piacevole). È tassativam­ente vietato dalla legge l’infibulazi­one delle bambine, ed è giusto che lo Stato vigili per impedire questa sopraffazi­one da parte di genitori che consideran­o le loro bambine «proprietà» di cui disporre illimitata­mente. È tassativam­ente vietato combinare matrimoni di bambine dodicenni con adulti anche anziani che vedrebbero legittimat­o il diritto di stupro sulle minorenni indifese. Ed è ovvio che le forze dell’ordine sono obbligate a intervenir­e se dentro le mura domestiche i bambini fossero picchiati o percossi. Proprio perché i diritti educativi dei genitori, sacrosanti, non sono senza limiti, incondizio­nati, senza controlli. I figli non sono proprietà dei loro genitori, appunto.

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