Corriere della Sera

Di Maio è il candidato dei Cinque Stelle Ma per le primarie sono solo in 37 mila

Pochi partecipan­ti e c’è l’hacker. Il fondatore: vado in pensione, ma sarò con voi Voci sulla promessa di un ministero all’oppositore . E lui: bugie, non voglio niente

- Di Emanuele Buzzi, Marco Imarisio, e Alessandro Trocino Pennisi

Il Movimento Cinque Stelle ha il suo candidato premier: la kermesse di Rimini ha incoronato Luigi Di Maio. Un successo annunciato, anche se alle consultazi­oni hanno partecipat­o solo 37.442 iscritti e la piattaform­a Rousseau ha subito un attacco hacker. Il neoeletto guarda alle elezioni: «Ora l’Italia deve scegliere se continuare a sopravvive­re o iniziare a vivere». Tregua armata con Fico. Assente Di Battista. Ma nessun motivo polemico: «Sta per nascere mio figlio», ha spiegato in un video.

RIMINI Finisce con Beppe Grillo che ironizza sul voto, «andiamo a vedere chi ha vinto con un suspense pazzesco», e sul vincitore: «Sarà Ispirato Domenico? Sarebbe bellissimo». Ma naturalmen­te non va così. Ispirato Domenico prende 103 voti, gli altri qualche manciata in più (la senatrice Elena Fattori 3.596 voti). Il candidato premier dei 5 Stelle è «un certo Luigi Di Maio», che raccoglie 30.936 voti su 37.442 votanti. Affluenza discreta ma non entusiasma­nte (molto meno dei 100 mila sperati da Danilo Toninelli e solo il 25 per cento degli aventi diritti al voto). Voto che contempla anche un’incursione reiterata dell’hacker Rogue_0 (nonostante la smentita M5S). E una spaccatura con Roberto Fico, che non rientra e si trasforma in «pace armata». Con il deputato che a sera dice ai suoi: «Mi sono chiarito ma i problemi non sono risolti. Ho chiesto più condivisio­ne: diamoci un tempo per ripartire e vediamo».

Grillo rassicura chi teme un suo passo indietro definitivo: «Non posso uscire, questo Movimento ce l’ho dentro, ce l’ho nel Dna. Vado in pensione ma starò sempre con voi». Ma esplicita, come al solito usando il registro dell’ironia, una delle ragioni del suo tirarsi indietro: «Ora il capo politico avrà un indirizzo, non quello di casa mia, per tutte le denunce». Di Maio si accolla dunque tutto il peso di un Movimento che si appresta a sfide impegnativ­e.

Per tutto il pomeriggio è rimasta la tensione con Fico, che alle quattro arriva alla Festa e ha un lungo colloquio con Luigi Di Maio. Le telecamere riprendono un Fico concitato e un Di Maio sulla difensiva, con le mani in tasca e silente. Alla fine, il deputato ortodosso bacia Davide Casaleggio, parlotta con Grillo, e rilascia dichiarazi­oni tranquilli­zzanti: «Non lascio il Movimento. Il mio silenzio? È stato uno strumento di riflession­e. Non siamo divisi». Pace armata, visto che Fico non sale sul palco per festeggiar­e Di Maio, ma rimane nel retro, insieme alla fidanzata Yvonne, e non applaude.

Il timore di molti è che Di Maio governi solo, con i suoi pretoriani. Per questo si chiede esplicita condivisio­ne per la scelta dei ministri. Giuseppe Brescia lo dice chiarament­e: «La squadra di governo la dobbiamo decidere insieme». E qualcuno ipotizza che a Fico sia stato promesso un ministero (Telecomuni­cazioni). Ma lui, ai suoi, smentisce: «È una bugia enorme, io non voglio niente».

Di Rimini rimarrà l’emozione del video di Alessandro Di Battista, gli interventi di Virginia Raggi e Chiara Appendino. E anche le tensioni con i cronisti: urla e insulti, con l’intervento della polizia. Il Movimento si scusa, ma molti ricordano le parole di Grillo ai cronisti: «Ho voglia di mangiarvi per poi vomitarvi». Citazione di Cioran ripetuta a Rimini anche dal padre di Di Battista, Vittorio, a un cronista («ti mangio e ti vomito»). E presa un po’ troppo alla lettera da molti.

Chiusura con Grillo che canta con Di Maio sotto braccio, con un verso non troppo aulico, ma chiaro: «Ora sei premier e capo politico e sono cazzi tuoi».

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