Corriere della Sera

Merkel: pronta a cambiare, ma decido io Governo difficile. Lite nell’estrema destra

Via alle consultazi­oni per il governo. La cancellier­a vedrà anche la Spd Obiettivi: ripescare i consensi andati ai nazionalis­ti e rilanciare l’Europa

- di Danilo Taino

Dopo il voto di domenica, cominciano in Germania le consultazi­oni per la formazione del nuovo governo. Angela Merkel si dice pronta a cambiare ma rivendica il diritto di guidare il Paese. Il nodo coalizioni resta, però, ancora molto intricato. Intanto scoppia il conflitto dentro l’AfD, il partito dell’estrema destra.

Una Angela Merkel ridimensio­nata solo in parte ha confermato ieri di avere tutte le intenzioni di essere la protagonis­ta della politica tedesca ed europea per i prossimi quattro anni. In una conferenza stampa, ha assicurato che porterà a termine il quarto mandato da cancellier­a nella sua interezza. E ha segnalato come si posiziona nella lettura del voto che ha visto perdere l’8,5% dei consensi alla sua Unione CduCsu: gli elettori vogliono un cambiament­o ma chiedono che sia lei a guidarlo. Questa è ora la sua sfida: interna e internazio­nale.

Ieri, a Berlino, i partiti si sono posizionat­i in vista dell’apertura delle consultazi­oni di governo che Merkel avvierà nelle prossime settimane. I socialdemo­cratici della Spd, sconfitti e al minimo storico (20,5%), hanno ribadito la determinaz­ione a passare all’opposizion­e, dopo 4 anni di Grande Coalizione con i cristiano-democratic­i della cancellier­a. «È un obbligo morale», ha detto il loro leader Martin Schulz, intendendo che non si può lasciare il monopolio dell’opposizion­e in Parlamento alla Alternativ­e für Deutschlan­d, il movimento nazionalis­ta che ha raccolto il 12,6% e che porterà 94 deputati al Bundestag. Merkel, però, incontrerà comunque la Spd: «È importante che la Germania abbia un buon governo. Tutti i partiti hanno la responsabi­lità di fare sì che abbiamo un governo stabile».

Con i socialdemo­cratici indisponib­ili, almeno per ora, alla cancellier­a non resta però che percorrere l’unica strada alternativ­a, la ricerca di un’alleanza tra la sua Cdu-Csu con i liberali dell’Fdp (10,7% dei voti) e i Grünen (i verdi all’8,9%). Non sarà facile. Liberali e verdi non si sono mai amati e hanno differenze notevoli su energia, clima, Europa, uso delle auto. Non solo. Il partito gemello bavarese della Cdu di Merkel, la Csu, domenica ha perso voti, l’anno prossimo affronterà le elezioni in Baviera e rischia di perdere la maggioranz­a assoluta: vuole dunque entrare in un governo che recuperi i consensi persi a destra a favore della AfD e avrà richieste forti da mettere sul tavolo. La cancellier­a, insomma, avrà a che fare con quattro partiti: il suo, la Csu, i liberali, i verdi. Oltre a questo, Merkel ha di fronte due impegni enormi. Il primo sta nel recuperare i voti presi dai nazionalis­ti della AfD. Secondo un’analisi di Infratest Dimap, ne hanno sottratti più di un milione alla sua Cdu-Csu, 500 mila alla Spd, 430 mila alla Linke (sinistra radicale), 50 mila ai Verdi, 40 mila ai Liberali, oltre al milione e 280 mila consensi che ha raccolto tra chi nelle precedenti elezioni non aveva votato.

Il secondo impegno sta nello sviluppare una strategia in Europa mentre in casa prepara un governo folto di scettici sulla necessità di maggiore integrazio­ne dell’Eurozona: i liberali ma anche parecchi nella Cdu e nella Csu. Nella conferenza stampa piuttosto sottotono di ieri, Merkel è stata tiepida sulle proposte di integrazio­ne avanzate da Emmanuel Macron, delle quali il presidente francese oggi dovrebbe dare i dettagli anche per influenzar­e il dibattito sul governo a Berlino. La cancellier­a ha ribadito che non esclude nulla ma che «l’Unione sosterrà ciò che ha senso». Più Europa «può andare bene se ciò crea più concorrenz­a, più lavoro, maggiore influenza per la Ue». Non si tratta «degli slogan ma di ciò che vi sta dietro». Basso entusiasmo e richiami agli slogan e alla concorrenz­a: dovranno essere interpreta­ti già oggi da Macron.

Ritengo che Merkel abbia grosse responsabi­lità per lo stato in cui giace la nostra democrazia Martin Schulz leader Spd

Le nostre priorità sono il rispetto dell’accordo sul clima, l’Europa e la giustizia sociale Cem Özdemir co-leader dei verdi

I media sono responsabi­li di aver dato troppo spazio all’AfD e alla questione dei rifugiati Katja Kipping co-leader della Linke

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