Merkel: pronta a cambiare, ma decido io Governo difficile. Lite nell’estrema destra
Via alle consultazioni per il governo. La cancelliera vedrà anche la Spd Obiettivi: ripescare i consensi andati ai nazionalisti e rilanciare l’Europa
Dopo il voto di domenica, cominciano in Germania le consultazioni per la formazione del nuovo governo. Angela Merkel si dice pronta a cambiare ma rivendica il diritto di guidare il Paese. Il nodo coalizioni resta, però, ancora molto intricato. Intanto scoppia il conflitto dentro l’AfD, il partito dell’estrema destra.
Una Angela Merkel ridimensionata solo in parte ha confermato ieri di avere tutte le intenzioni di essere la protagonista della politica tedesca ed europea per i prossimi quattro anni. In una conferenza stampa, ha assicurato che porterà a termine il quarto mandato da cancelliera nella sua interezza. E ha segnalato come si posiziona nella lettura del voto che ha visto perdere l’8,5% dei consensi alla sua Unione CduCsu: gli elettori vogliono un cambiamento ma chiedono che sia lei a guidarlo. Questa è ora la sua sfida: interna e internazionale.
Ieri, a Berlino, i partiti si sono posizionati in vista dell’apertura delle consultazioni di governo che Merkel avvierà nelle prossime settimane. I socialdemocratici della Spd, sconfitti e al minimo storico (20,5%), hanno ribadito la determinazione a passare all’opposizione, dopo 4 anni di Grande Coalizione con i cristiano-democratici della cancelliera. «È un obbligo morale», ha detto il loro leader Martin Schulz, intendendo che non si può lasciare il monopolio dell’opposizione in Parlamento alla Alternative für Deutschland, il movimento nazionalista che ha raccolto il 12,6% e che porterà 94 deputati al Bundestag. Merkel, però, incontrerà comunque la Spd: «È importante che la Germania abbia un buon governo. Tutti i partiti hanno la responsabilità di fare sì che abbiamo un governo stabile».
Con i socialdemocratici indisponibili, almeno per ora, alla cancelliera non resta però che percorrere l’unica strada alternativa, la ricerca di un’alleanza tra la sua Cdu-Csu con i liberali dell’Fdp (10,7% dei voti) e i Grünen (i verdi all’8,9%). Non sarà facile. Liberali e verdi non si sono mai amati e hanno differenze notevoli su energia, clima, Europa, uso delle auto. Non solo. Il partito gemello bavarese della Cdu di Merkel, la Csu, domenica ha perso voti, l’anno prossimo affronterà le elezioni in Baviera e rischia di perdere la maggioranza assoluta: vuole dunque entrare in un governo che recuperi i consensi persi a destra a favore della AfD e avrà richieste forti da mettere sul tavolo. La cancelliera, insomma, avrà a che fare con quattro partiti: il suo, la Csu, i liberali, i verdi. Oltre a questo, Merkel ha di fronte due impegni enormi. Il primo sta nel recuperare i voti presi dai nazionalisti della AfD. Secondo un’analisi di Infratest Dimap, ne hanno sottratti più di un milione alla sua Cdu-Csu, 500 mila alla Spd, 430 mila alla Linke (sinistra radicale), 50 mila ai Verdi, 40 mila ai Liberali, oltre al milione e 280 mila consensi che ha raccolto tra chi nelle precedenti elezioni non aveva votato.
Il secondo impegno sta nello sviluppare una strategia in Europa mentre in casa prepara un governo folto di scettici sulla necessità di maggiore integrazione dell’Eurozona: i liberali ma anche parecchi nella Cdu e nella Csu. Nella conferenza stampa piuttosto sottotono di ieri, Merkel è stata tiepida sulle proposte di integrazione avanzate da Emmanuel Macron, delle quali il presidente francese oggi dovrebbe dare i dettagli anche per influenzare il dibattito sul governo a Berlino. La cancelliera ha ribadito che non esclude nulla ma che «l’Unione sosterrà ciò che ha senso». Più Europa «può andare bene se ciò crea più concorrenza, più lavoro, maggiore influenza per la Ue». Non si tratta «degli slogan ma di ciò che vi sta dietro». Basso entusiasmo e richiami agli slogan e alla concorrenza: dovranno essere interpretati già oggi da Macron.
Ritengo che Merkel abbia grosse responsabilità per lo stato in cui giace la nostra democrazia Martin Schulz leader Spd
Le nostre priorità sono il rispetto dell’accordo sul clima, l’Europa e la giustizia sociale Cem Özdemir co-leader dei verdi
I media sono responsabili di aver dato troppo spazio all’AfD e alla questione dei rifugiati Katja Kipping co-leader della Linke