Milan, l’aria di crisi va cacciata in fretta Montella: «Critiche giuste, cresceremo»
Vertice tra società, tecnico e giocatori. L’allenatore ora non rischia, ma servono risposte
Se la domanda è: Vincenzo Montella rischia la panchina in caso di sconfitta domenica prossima, in casa con la Roma?, la risposta è: no. La società ha ribadito la fiducia all’allenatore (che non ha scelto, ma ha confermato con convinzione in estate), e l’incontro di ieri a Milanello con l’ad Marco Fassone e il ds Massimiliano Mirabelli è stato caratterizzato da serietà, non da particolare tensione. Fassone a Genova ha parlato pubblicamente, non con l’intenzione di criticare l’allenatore (e nomi alternativi non sono stati presi in considerazione, al momento), ma per avvisare tutto l’ambiente che certe sconfitte — e certe prestazioni — non sono normali. Perché, per dirla con l’ad, «non ci si abitui a perdere». Detto questo, l’effetto è stato comunque di togliere ogni attenuante anche al tecnico.
Il vocabolario, poi, è già quello della crisi, o della crisetta: confronti, critiche, riscatti, fino all’avverbio più complicato di tutti, «velocemente». A Montella vengono richieste soluzioni in tempi rapidi, perché la maggior parte dei nuovi è arrivata presto e certe spiegazioni, per esempio quella che fa riferimento agli alti e bassi tipici di una squadra giovane, non possono bastare. In campo a Genova, infatti, di giovani non ce n’erano poi molti: il negativo Kessie, poi Donnarumma, Suso e Romagnoli, che però di esperienza ne hanno maturata ormai molta. Piuttosto è il ricorso a certi «esperti», come Zapata, con Musacchio in panchina, a lasciare perplessi. Quel che è certo è che la squadra deve trovare in fretta una fisionomia. Il passaggio al 35-2 non ha risolto tutti i problemi di tenuta dietro e ha aperto quello di come impiegare al meglio Suso e Bonaventura. Tra l’altro, proprio ieri, la società ha mostrato di voler investire sullo spagnolo: è arrivato, infatti, il rinnovo di contratto, la scadenza sarà il 2022, lo stipendio salirà a tre milioni e è stata inserita una clausola rescissoria attorno ai 50 milioni. (Ipp) A maggior ragione, il giocatore andrà fatto fruttare anche in campo. L’evoluzione tattica potrebbe essere quella del 3-42-1, con Suso e Jack (o Calhanoglu) in appoggio all’unica punta. Sul tema, Montella a Milan Tv ribadisce la sua autonomia: «Le critiche sono oggettivamente giuste. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la prestazione è stata al di sotto del livello del Milan. La società mi ha chiesto di intervenire per non ripetere più queste prestazioni. Non cerca di intervenire su moduli o calciatori, che sono di mia pertinenza». Così come il turnover: «È fisiologicamente impossibile dare il massimo ogni tre giorni».
Così il confronto è stato su concetti un po’ meno definibili, come l’atteggiamento e la mentalità. «Ci siamo confrontati con la società, con i calciatori e tutti insieme siamo consapevoli che abbiamo bisogno velocemente di creare una mentalità vincente. Si costruisce nel tempo, a volte anche inciampando. Se siamo intelligenti, preparati e lucidi queste cadute possono alzare il livello della mentalità». Tempo non ce n’è, perché le prossime sfide (Roma dopo l’impegno di Coppa giovedì con il Rijeka e poi l’Inter dopo la sosta) rischiano di segnare già il cammino per la Champions. «Le pressioni? Fanno parte di essere giocatori e allenatore del Milan». Così come saper sopportare il vento della crisi. Magari per cacciarlo in fretta.
Il rinnovo Rinnovato fino al 2022 il contratto a Suso che ora deve trovare l’impiego migliore