Napoli, un crocevia psicologico e non solo Sarri: «Giochiamo contro l’inconscio»
Col Feyenoord non si può sbagliare: «Il rischio è pensare al campionato». Milik operato
Quando Maurizio Sarri dice che «il Feyenoord è forte» in realtà un po’ s’allarga, la squadra dei portuali di Rotterdam che il suo Napoli affronterà stasera al San Paolo nella seconda e già cruciale giornata di Champions ha onestamente poco da spartire con quella che conquistò la Coppa dei Campioni nel 1969/70, o anche solo la Eredivisie nel maggio scorso quando all’ala destra galoppava ancora il formidabile Dirk Kuyt, ritiratosi in estate a 37 anni, ma su un aspetto il tecnico toscano ci azzecca in pieno: il mostro c’è e si chiama inconscio. «Il rischio è che ci si senta più competitivi a livello nazionale che internazionale, e questo potrebbe essere anche legittimo visto che il Napoli non vince lo scudetto da trent’anni — le sue parole alla vigilia del match —. È un rischio che inconsciamente esiste e che cerchiamo di combattere, vediamo se riusciremo ad avere lo stesso livello di determinazione che mostriamo in campionato».
Sei vittorie su sei da una parte con oltre tre gol e mezzo a partita, l’imprevisto fiasco di Kharkiv dall’altra: il 2-1 subìto contro lo Shakhtar nella prima uscita del girone costringe infatti già il Napoli a una partita paradossalmente da dentro o fuori, visto che una sconfitta ma anche un pareggio equivarrebbero in buona sostanza a compromettere il ticket per gli ottavi di finale, primo step stagionale fissato da De Laurentiis. Perché se è vero che il principale traguardo resta lo scudetto, un mancato scavallamento del girone verrebbe letto come un fallimento, negli uffici padronali e non solo. Il concetto di base questo è.
Ci fosse stato, stasera al centro dell’attacco avrebbe giocato Milik che invece ieri è stato operato al crociato del ginocchio destro a Villa Stuart e resterà fuori fino a gennaio almeno. Un tema, quello della sua sostituzione, che ha tenuto banco a lungo durante la conferenza stampa di ieri. Prima Sarri se l’è presa ingenerosamente col terreno di gioco del Mazza di Ferrara («indegno») per poi risquadernare un suo vecchio cavallo di battaglia: «Giochiamo troppo, così è impossibile allenare».
Vero, ma quando si sta in una grande così è, e vale per tutti. Stasera comunque niente Inquieto Maurizio Sarri, 58 anni, alla terza stagione sulla panchina del Napoli Il tecnico ha messo in guardia i suoi: «Non sarà facile» (Ansa) esperimenti, davanti toccherà ancora a Mertens che pure contro la Spal era apparso piuttosto fiacco, e ai lati ci saranno i soliti Callejon e Insigne. In attesa che a gennaio dal Chievo arrivi Inglese le soluzioni per far rifiatare Ciro — ormai a Napoli lo chiamano tutti così — sono due: Ounas o Callejon centravanti. Si vedrà, per adesso conta solo il Feyenoord, come ha ammesso lo stesso Dries a TikiTaka: «Questa partita è fondamentale».
Fedele alle liturgie tattiche della scuola olandese, l’allenatore Giovanni Van Bronckhorst di solito non tradisce l’impostazione offensiva di un 4-3-3 che fa leva sulla rapidità dei «dai e vai» fra mezze ali ed
Allerta hooligan La trasferta era vietata ma molti sono in città comunque: a Roma nel 2015 fecero scempi
esterni. Manca per infortunio l’elemento migliore, la punta danese Jorgensen, il cui posto sarà preso da Kramer, e non ci saranno nemmeno gli ultrà ai quali la trasferta è stata vietata dopo gli scempi del 2015 a Roma quando vandalizzarono piazza di Spagna. O meglio non ci dovrebbero essere: in realtà ne sono arrivati molti senza biglietto, ieri già tre arresti. In tutto il San Paolo sarà sui 30mila, niente pienone. Com’era quella dell’inconscio?