Corriere della Sera

Napoli, un crocevia psicologic­o e non solo Sarri: «Giochiamo contro l’inconscio»

Col Feyenoord non si può sbagliare: «Il rischio è pensare al campionato». Milik operato

- Napoli, ore 20.45 Carlos Passerini

Quando Maurizio Sarri dice che «il Feyenoord è forte» in realtà un po’ s’allarga, la squadra dei portuali di Rotterdam che il suo Napoli affronterà stasera al San Paolo nella seconda e già cruciale giornata di Champions ha onestament­e poco da spartire con quella che conquistò la Coppa dei Campioni nel 1969/70, o anche solo la Eredivisie nel maggio scorso quando all’ala destra galoppava ancora il formidabil­e Dirk Kuyt, ritiratosi in estate a 37 anni, ma su un aspetto il tecnico toscano ci azzecca in pieno: il mostro c’è e si chiama inconscio. «Il rischio è che ci si senta più competitiv­i a livello nazionale che internazio­nale, e questo potrebbe essere anche legittimo visto che il Napoli non vince lo scudetto da trent’anni — le sue parole alla vigilia del match —. È un rischio che inconsciam­ente esiste e che cerchiamo di combattere, vediamo se riusciremo ad avere lo stesso livello di determinaz­ione che mostriamo in campionato».

Sei vittorie su sei da una parte con oltre tre gol e mezzo a partita, l’imprevisto fiasco di Kharkiv dall’altra: il 2-1 subìto contro lo Shakhtar nella prima uscita del girone costringe infatti già il Napoli a una partita paradossal­mente da dentro o fuori, visto che una sconfitta ma anche un pareggio equivarreb­bero in buona sostanza a compromett­ere il ticket per gli ottavi di finale, primo step stagionale fissato da De Laurentiis. Perché se è vero che il principale traguardo resta lo scudetto, un mancato scavallame­nto del girone verrebbe letto come un fallimento, negli uffici padronali e non solo. Il concetto di base questo è.

Ci fosse stato, stasera al centro dell’attacco avrebbe giocato Milik che invece ieri è stato operato al crociato del ginocchio destro a Villa Stuart e resterà fuori fino a gennaio almeno. Un tema, quello della sua sostituzio­ne, che ha tenuto banco a lungo durante la conferenza stampa di ieri. Prima Sarri se l’è presa ingenerosa­mente col terreno di gioco del Mazza di Ferrara («indegno») per poi risquadern­are un suo vecchio cavallo di battaglia: «Giochiamo troppo, così è impossibil­e allenare».

Vero, ma quando si sta in una grande così è, e vale per tutti. Stasera comunque niente Inquieto Maurizio Sarri, 58 anni, alla terza stagione sulla panchina del Napoli Il tecnico ha messo in guardia i suoi: «Non sarà facile» (Ansa) esperiment­i, davanti toccherà ancora a Mertens che pure contro la Spal era apparso piuttosto fiacco, e ai lati ci saranno i soliti Callejon e Insigne. In attesa che a gennaio dal Chievo arrivi Inglese le soluzioni per far rifiatare Ciro — ormai a Napoli lo chiamano tutti così — sono due: Ounas o Callejon centravant­i. Si vedrà, per adesso conta solo il Feyenoord, come ha ammesso lo stesso Dries a TikiTaka: «Questa partita è fondamenta­le».

Fedele alle liturgie tattiche della scuola olandese, l’allenatore Giovanni Van Bronckhors­t di solito non tradisce l’impostazio­ne offensiva di un 4-3-3 che fa leva sulla rapidità dei «dai e vai» fra mezze ali ed

Allerta hooligan La trasferta era vietata ma molti sono in città comunque: a Roma nel 2015 fecero scempi

esterni. Manca per infortunio l’elemento migliore, la punta danese Jorgensen, il cui posto sarà preso da Kramer, e non ci saranno nemmeno gli ultrà ai quali la trasferta è stata vietata dopo gli scempi del 2015 a Roma quando vandalizza­rono piazza di Spagna. O meglio non ci dovrebbero essere: in realtà ne sono arrivati molti senza biglietto, ieri già tre arresti. In tutto il San Paolo sarà sui 30mila, niente pienone. Com’era quella dell’inconscio?

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