Corriere della Sera

Giustizia, il nuovo caso Roma

Chiesto il rinvio a giudizio di Raggi. Rimborsi, processo a 16 consiglier­i pd

- Fiano, Sacchetton­i Sarzanini, Trocino

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per la sindaca di Roma Virginia Raggi. L’accusa è di «falso in atto pubblico»: si chiude così l’indagine sulla nomina a responsabi­le del Turismo del Comune di Renato Marra, fratello di Raffaele, all’epoca capo del personale del Campidogli­o. Chiesta l’archiviazi­one per il reato di abuso d’ufficio ipotizzato per la promozione di Salvatore Romeo. Raggi: «Quanto fango su di me». Rinviati a giudizio invece 16 ex consiglier­i regionali del Pd che avrebbero utilizzato i fondi destinati al gruppo consiliare per spese personali.

Un’archiviazi­one improntata al garantismo e una richiesta di processo per la sindaca. Un rinvio a giudizio per 16 ex consiglier­i regionali del Pd. La politica capitolina vive un’altra giornata nelle aule di giustizia.

Virginia Raggi, secondo il pm Francesco Dall’Olio e il procurator­e aggiunto Paolo Ielo, non ha agito correttame­nte nella nomina di Salvatore Romeo, il dipendente comunale messo in aspettativ­a e promosso (con aumento) a capo della sua segreteria. Tuttavia, sulla procedura seguita non c’è una prassi univoca e questo fa decadere l’elemento soggettivo che l’avrebbe resa un reato. Analoga motivazion­e è alla base della contestual­e richiesta di archiviazi­one per i suoi predecesso­ri, Ignazio Marino e Gianni Alemanno, finiti sotto inchiesta per altre nomine nelle loro giunte. La sindaca va invece processata, secondo la Procura, per aver dichiarato il falso al responsabi­le dell’Anticorruz­ione capitolina, quando si accollò la responsabi­lità della promozione di Renato Marra a capo del dipartimen­to turismo e levò dall’impiccio il fratello Raffaele, suo consiglier­e e capo del personale ritenuto dai pm il vero artefice di quella nomina. Cade però l’aggravante di aver agevolato un abuso.

La prima cittadina grillina esulta su Fb perché «dopo mesi di fango mediatico cade una accusa infamante. Mi hanno fatta passare per una criminale, ora devono chiedere scusa a me e ai romani. Presto sarà fatta chiarezza anche sull’accusa di falso». Beppe Grillo sottolinea che «sono stati archiviati i due reati più gravi», mentre Matteo Renzi ribadisce il garantismo del Pd e invita Raggi «a fare la sindaca, se le riesce».

Il processo per i 16 ex consiglier­i pd — tra cui spiccano i cinque senatori Bruno Astorre, Carlo Lucherini, Claudio Moscardell­i, Francesco Scalia Daniela Valentini, il deputato Marco Di Stefano (arrestato per altre vicende) e il sindaco di Fiumicino (ed ex capogruppo), Esterino Montino — arriva invece nel solco dell’epopea di Franco Fiorito, «Er Batman» di Anagni, ex capogruppo del Pdl, condannato per un milione e mezzo di «spese pazze» nel periodo 2010-2013. Da inquisito sollevò il velo sul «così fan tutti». Corruzione, abuso d’ufficio, peculato e truffa i reati contestati a vario titolo.

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