Golden power
Violati gli obblighi di notifica: Tim rischia una pesante multa
Tim ha violato l’obbligo di notifica per l’acquisizione del 24% del capitale da parte di Vivendi e per questo rischia una sanzione che potrebbe superare i 300 milioni di euro. È il verdetto del comitato per il «golden power» istituito a Palazzo Chigi, che ieri sera si è riunito per decidere sul procedimento avviato ad agosto sulla presenza del gruppo francese in Tim. Il comitato ha avviato la procedura per stabilire l’eventuale sanzione, che sarà direttamente in capo a Tim e non a Vivendi, il cui obbligo di notifica per l’ingresso nel capitale del gruppo telefonico ai sensi della legge sul «golden power» ricade in una fattispecie che non prevede multe. Resta ancora da decidere se, a fronte della violazione, il governo eserciterà i poteri previsti dal «golden power» per imporre restrizioni a Vivendi sulle attività strategiche detenute da Tim, ovvero Sparkle e Telsy.
Fonti vicine al gruppo telefonico hanno ribadito che non sussisteva alcun obbligo di notifica «non avendo Tim mai adottato alcuna delibera, atto o operazione che avesse per effetto una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità della rete di comunicazioni elettroniche oggetto delle norme di legge in materia di golden power».
La decisione del comitato di Palazzo Chigi è arrivata poco dopo l’annuncio della nomina di Amos Genish a nuovo amministratore delegato e direttore generale di Tim. Il manager israeliano, che a luglio il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, ha spedito a Roma per prendere il comando della società dopo l’uscita di Flavio Cattaneo, è stato nominato all’unanimità dal consiglio. C’è stata però una spaccatura sull’attribuzione delle deleghe, con i rappresentanti dei fondi contrari all’attribuzione di poteri esecutivi al presidente Arnaud De Puyfontaine, che li ha comunque ottenuti. Mentre è stato confermato il ruolo di garanzia del vicepresidente Giuseppe Recchi con le deleghe su Sparkle e Telsy, strategiche per la sicurezza nazionale. Gli stessi consiglieri indipendenti hanno frenato anche sulla joint-venture tra Tim e Canal+, chiedendo di poter approfondire i termini dell’accordo preliminare firmato ad agosto.
Stando alle voci circolate in queste settimane, la nomina di Genish rischia di incrinare ulteriormente i rapporti con il governo. Potrebbe anche essere l’ennesimo azzardo di Bolloré, che giocando sull’imminente campagna elettorale e sul lungo iter previsto dalla legge sul «golden power» — nonché sul fatto che l’eventuale sanzione non intaccherebbe i bilanci di Vivendi ma quelli di Tim —, potrebbe aver buttato la palla in avanti blindando intanto il vertice dell’ex monopolista con uomini di emanazione diretta di Vivendi. In attesa di un nuovo governo.