Corriere della Sera

L’affondo dei vescovi: gay prima dello ius soli E Delrio corregge Boschi

Galantino: chi ha detto sì spieghi perché ha cambiato idea Il ministro: «C’è tempo per approvarlo». L’ipotesi fiducia

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Mentre il Pd continua a cercare un ventina di voti, al momento irreperibi­li, almeno per ritentarci in modo deciso al Senato, le norme sullo ius soli — il diritto alla cittadinan­za per i figli degli stranieri che sono cresciuti e hanno studiato in Italia — fanno discutere per come vengono trattate dal Vaticano. E monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, tratteggia un paragone che fa discutere: il governo «ha accelerato sui diritti delle coppie dello stesso sesso, si dia la stessa attenzione ai diritti degli italiani tenuti senza cittadinan­za».

Per qualcuno è un accostamen­to azzardato, per altri uno scivolone, è comunque quello che in tanti pensano Oltretever­e. La legge sullo ius soli, ricorda il presule, «era stata approvata da chi oggi dice che non vuole saperne. Ora si dovrebbero dare spiegazion­i sul perché si è cambiata idea». «Il Vaticano non vota, ma la Chiesa è tenuta a richiamare il cuore della questione».

Meno diretto, ma altrettant­o deciso nel giudicare necessario l’intervento legislativ­o anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano: «La Santa Sede ribadisce i suoi principi, poi toccherà alla politica italiana decidere, osservo che il dibattito è molto acceso. Bisogna trovare misure sia per l’accoglienz­a dei migranti, sia per la loro integrazio­ne, al fine di permettere Chi è Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Nunzio Galantino, 69 anni, ieri a Roma (foto Ansa)

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