Dal 17 il treno di Renzi
«Sono rimasto un ragazzo di sinistra, quel ragazzo che era in me da sempre...». Alla prima Festa di Mdp a Napoli Pietro Grasso è accolto come uno di casa. Bersani gli va incontro e il presidente del Senato abbraccia, con una battuta, l’intera legislatura: «Ciao Pier Luigi, certo che ne sono successe di cose da quando mi presentasti al Nazareno agli elettori del Pd».
Era il 2013. Quattro anni dopo, per Grasso si pone il tema del futuro, quello dell’Italia e il suo. Si candida, presidente? «Francamente il mio futuro non lo conosco nemmeno io», la prende alla larga l’ex magistrato, che molto tiene al suo ruolo di «arbitro imparziale». Ma ecco l’indizio rivelatore: «Se poi ci saranno le condizioni per un percorso visionario, valuterò». Il percorso visionario che Grasso ha in mente è scandito dal «noi» che, più volte e con un tono nuovo, il presidente intona dal palco. Introdotto da Maria Cecilia Guerra e intervistato da Marco Damilano, dismette per un’ora i panni istituzionali e cerca inediti accenti da leader. Il centrosinistra? Sia unito e lotti per le idee, mettendo in secondo piano il consenso: «Diritti, accoglienza, uguaglianza sociale. Certi valori, princìpi e programmi non possono essere traditi, non si può guardare a destra o al centrodestra».
L’applauso più forte scatta qui, quando tanti militanti si alzano in piedi e mostrano di apprezzare la discesa in campo del presidente, che senza cravatta sulla camicia sbottonata sfida Renzi e non fa sconti a Gentiloni: «Capisco che biotestamento e ius soli stanno fermi perché possono creare divisioni e problemi al governo, ma se una legge è giusta va approvata, non puoi dire “in questo momento non è opportuno”». La sintonia con Bersani è forte. Dopo l’abbraccio e due chiacchiere
Il treno del Pd partirà il 17 ottobre (alle 10) da Roma per un tour italiano di otto settimane. Il convoglio, lungo 150 metri e con 100 posti a sedere, porterà il segretario Matteo Renzi in 107 province. Prima tappa tra Rieti e Viterbo, nei luoghi del terremoto.