Casa a una famiglia italo-eritrea Scontri e 4 neofascisti arrestati
Roma, barricate e sassaiola al quartiere Trullo. Tre agenti feriti, uno è grave
«Voi qui non entrate!». E il Trullo ritorna campo di battaglia. Lo era stato anni fa con i raid anti-romeni, lo è stato di nuovo ieri mattina per impedire ai vigili urbani di sgomberare una casa popolare dell’Ater in via Giovanni Porzio, occupata abusivamente da madre e figlio, per poi consegnarla a inquilini in regola: una famiglia di origine eritrea, ma italiana a tutti gli effetti. Ora non ci andrà più. Troppa paura di ritorsioni.
Alla signora che avrebbe dovuto prendere possesso dell’immobile la gente del quartiere ha gridato: «Copriti la faccia, vattene e torna al paese tuo». Una trentina di giovani, alcuni dei quali appartenenti a Forza Nuova e al movimento «Roma ai romani» e altri del quartiere, hanno presidiato l’ingresso e le scale del palazzo alzando barricate e lanciando sampietrini contro gli agenti della Municipale, che hanno chiesto aiuto ai poliziotti.
Alla fine il bilancio è pesante: tre feriti fra le forze dell’ordine (uno in gravi condizioni dopo essere stato colpito alla testa) e quattro neofascisti arrestati, fra i quali ancora una volta Giuliano Castellino, leader di «Roma ai romani», più volte finito in manette e denunciato negli ultimi anni durante proteste di piazza. È stato di recente anche protagonista delle manifestazioni contro il centro d’accoglienza per rifugiati della Croce Rossa in via del Frantoio, al Tiburtino III, dove qualche notte fa un ospite eritreo è stato picchiato forse da una ronda estremista.
Al Trullo invece la polizia sta analizzando i filmati degli scontri per individuare altre responsabilità. «Roma non farà mai nessun passo indietro davanti alla violenza neofascista», dice la sindaca Virginia Raggi. Ma nella Capitale ci sono quartieri con luoghi ormai diventati bombe a orologeria.
Dal dicembre dell’anno scorso ci sono state altre rivolte per impedire l’assegnazione di alloggi popolari a cittadini stranieri. È già successo nell’altra zona periferica di San Basilio, dove sempre una famiglia di eritrei (legittimi assegnatari) è fuggita dopo essere stata minacciata davanti ai vigili urbani.
E poi ancora a Tor Bella Monaca, con un bengalese cardiopatico pestato a sangue solo per aver chiesto dove fosse la sua nuova casa.
Ma fra «Passeggiate per la sicurezza», cortei anti-migranti e aggressioni notturne, la tensione potrebbe continuare a salire soprattutto in vista della Marcia dei Patrioti annunciata e organizzata dai movimenti di estrema destra per il 28 ottobre — anniversario della Marcia su Roma del ‘22 — e per la quale il capo della polizia, Franco Gabrielli, ha già dato parere negativo.
Il leader di Forza Nuova, Roberto Fiore, ha lanciato però un avvertimento minaccioso: «Qui le periferie sono al collasso, i quartieri ribollono, si preparano alla rivolta».