I residenti lasciano Cercasi famiglia per l’isola deserta
Bretagna, via dopo 10 anni. Il bando del governo «Una sola casa, si coltiva e si allevano le pecore»
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PARIGI Quando sono arrivati sull’isola di Quéménès, 10 anni fa, Soizic e David Cuisnier hanno trovato gabbiani, foche, molti conigli, poche pecore e una sola casa diroccata — la loro — senza acqua corrente, né energia elettrica o riscaldamento.
Al largo del Finistère, cioè la punta estrema occidentale della Francia, Kemenez (in lingua bretone) era un pezzo di terra disabitato lungo un chilometro e mezzo e largo 400 metri battuto dalle tempeste dell’Atlantico, senza collegamenti regolari con il continente, che la giovane coppia ha deciso di ripopolare rispondendo al bando dell’Ente di conservazione del litorale. Si erano impegnati a restare sull’isola per nove anni, sono rimasti dieci.
L’esperimento ecologicomatrimoniale è riuscito, gli inverni con poca luce e molto vento sono passati e il destino da Shining che alcuni pronosticavano è stato scongiurato.
David (oggi 40enne) e Soizic (34) nel frattempo hanno fatto due figli, Chloé e Jules di 7 e 5 anni, abituati a vedere più delfini che bambini e a mangiare più alghe che merendine. Sull’isola ovviamente non ci sono scuole né ospedali e la famiglia ha deciso che è arrivato il momento di lasciare il posto ad altri Robinson.
L’Ente di conservazione ha lanciato un nuovo bando che scadeva martedì scorso alle 18: hanno risposto una trentina di persone tra giovani, pensionati, famiglie, cittadini francesi ma anche olandesi e belgi. A fine ottobre le candidature più interessanti saranno esaminate da una giuria che valuterà la volontà di preservare animali, vegetazione e menhir, e la capacità di portare avanti le attività fondate dai Cuisnier, cioè la coltivazione di patate e di alghe e le tre camere pagamento messe a disposizione degli ospiti.
«Ci sono stati dei momenti difficili ma abbiamo vissuto un’esperienza davvero fuori del comune — dice Soizic Cuisnier —. Siamo fieri di come abbiamo trasformato Quéménès, abbiamo dimostrato che la protezione dell’ambiente può essere compatibile con l’attività economica».
Soizic è diplomata in itticoltura, il marito aveva studiato agronomia e geografia prima di aprire un negozio di articoli per subacquei. Arrivati sull’isola, ancora senza figli, hanno passato i primi mesi a ristrutturare il casolare piuttosto malmesso, tenuto su con assi di legno di navi naufragate. Poi hanno installato una pala eolica e i pannelli solari sul tetto per produrre energia elettrica e scaldare l’acqua, e un sistema per filtrare l’acqua piovana.
«Era il 2007 e la sera delle elezioni sentivamo alla radio la cronaca della vittoria di Nicolas Sarkozy — ha raccontato David alla tv Tf1 —. C’erano gli entusiasti e gli scontenti, a noi sembravano cose di un mondo lontano». La scommessa è stata vivere il più possibile in modo autarchico, imparando a usare le alghe come alimento e anche come concime per coltivare le patate vendute poi su Internet.
Loro la solitudine l’hanno scelta, «ed è questo che fa tutta la differenza», dice David. Durante la bella stagione hanno ospitato a pagamento centinaia di persone venute in cerca di tranquillità, pranzando e cenando con loro, con la disposizione di spirito di chi sa che dopo tre giorni gli ospiti se ne andranno e si resterà di nuovo, felicemente, soli.
I Cuisnier lasciano Quéménès per coltivare alghe sul continente e mandare i figli a scuola. La successione non sarà facile.
La scuola per i figli David e Soizic hanno bisogno di una scuola per i due figli. Già trenta candidati per sostituirli