Corriere della Sera

«Adriana, hai ancora lo sguardo dei vent’anni»

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Avolte, e questo dopo 40 anni vissuti insieme, ritrovo che il tuo sguardo è identico a quello di quando avevi 20 anni e mi chiedo come sia possibile, dopo così tanto tempo, che tutto sia rimasto come allora. Per vero, nel frattempo, abbiamo avuto 2 figli e ora 4 nipoti, ma il nostro rapporto non è mai cambiato nonostante le malattie, la perdita dei genitori, la delusione per la scoperta che alcuni amici non erano tali e le difficoltà che comunque la vita ci ha riservato. Siamo sempre rimasti uniti e pronti a superare tutto ben sapendo che tenersi per mano è uno scudo formidabil­e per attutire le traversie della vita. Insieme nel doloroso raccoglime­nto nel cimitero di Grosio, ricordando mia madre Eleonora, che è stata la mia ma anche la tua mamma. E poi i matrimoni dei nostri figli, le vigilie di Natale, i viaggi, insomma un insieme di cose che riempiono la vita; sempre insieme. Solo con la professore­ssa Rita Levi Montalcini sei rimasta sola, per più di un’ora, raccontand­ole la tua vita. Ti salutò abbraccian­doti e dicendoti che lei aveva vinto un Nobel, ma tu due con i tuoi figli. E ora che compi 60 anni sei ancora una bellissima donna forse perché, come spesso ripeti, sei nata il giorno in cui ci siamo conosciuti. Oggi, mia amata Adriana, ti voglio dare un solo bacio che ricordi tutti quelli che ti ho dato in questi anni. Però un solo bacio è forse troppo poco? Uno, 20, 40 e 60 e ancora di più per la mia compagna di una vita. Ti amo.

Marco Ogni venerdì pubblicher­emo in questa pagina una lettera o una storia d’amore

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