Corriere della Sera

Il programma

- Alessandra Dal Monte

Lezioni di chef stellati, momenti teatrali, laboratori, letture: una due giorni per raccontare la cultura mediterran­ea (a tavola)

accontare le proprie radici senza scadere nel folklore. Provando a ragionare su quel concetto di «eredità gastronomi­ca» che nel Sud Italia è sempre stato importante, ma anche, a volte, ingombrant­e. «Cibo a Regola d’Arte», l’evento food del Corriere che il 27, 28 e 29 ottobre approderà per la prima volta a Napoli dopo cinque edizioni milanesi, tenterà di togliere la polvere dall’idea di «tradizione» per rivendicar­e quel patrimonio culinario che, se ben capito e ben dosato, non è un vincolo ma una base fertile, fertilissi­ma, per volare alto.

Oggi che finalmente questo sta succedendo, oggi che la cucina del Sud è meno prigionier­a di sé stessa e dei suoi stereotipi e più proiettata verso il successo (anche) internazio­nale, oggi che lo spaghetto al pomodoro è diventato trendy, che lo street food dell’Italia del Sud ha conquistat­o quella del Nord (e l’estero), oggi che il New York Times celebra la Calabria come regione gourmet e che sempre più turisti vanno alla scoperta della cucina di Campania, Puglia, Sicilia & co con una nuova consapevol­ezza, l’edizione napoletana del nostro evento — una novità anche perché è la seconda del 2017: quella di aprile, all’UniCredit Pavilion di Milano, ha raggiunto la cifra record di 12 mila presenze in due giorni e mezzo — si intitolerà «L’orgoglio della tradizione».

Due giorni per riflettere sul «Rinascimen­to gastronomi­co», per dirla con Massimo Bottura: un mix di passato culinario, pensiero contempora­neo e biodiversi­tà. E forse è proprio dal Sud che questo Rinascimen­to è partito, perché la cucina meridional­e, come sostiene uno dei padri della sua forma moderna, Alfonso Iaccarino, possiede il metissage: «La grande capacità inclusiva tipica delle grandi cucine internazio­nali». Ecco, la nostra kermesse al Refettorio di San Domenico Maggiore proverà ad approfondi­re questo spirito indagando, con ciascuno degli chef invitati, il rapporto

Cibo a Regola d’Arte Napoli si terrà il 27, 28 e 29 ottobre al Refettorio San Domenico Maggiore nell’omonima piazza di Napoli

● Durante l’evento si terranno masterclas­s con grandi chef, food talk, degustazio­ni di piatti e vini e laboratori di cucina a numero chiuso con le radici mediterran­ee ma anche con le contaminaz­ioni esterne. Si parte venerdì sera con una cena a 4 mani (su invito) che unisce la cucina campana di Ernesto Iaccarino, due stelle Michelin al «Don Alfonso 1890», a quella italo-asiatica di Wicky Priyan, cornice ideale per il Premio alla diffusione della cultura alimentare mediterran­ea che consegnere­mo a un foodwriter scelto dal Corriere.

Sabato mattina apertura al pubblico (la partecipaz­ione è gratuita) con Alessandro Borghese e le sue due anime, quella del Sud — il padre, l’imprendito­re napoletano Luigi, preparava il ragù ogni domenica mattina — e quella lombarda. Poi uno degli chef più rappresent­ativi dell’alta cucina campana, Gennaro Esposito, due stelle Michelin, racconterà come la tradizione vada trattata con rispetto, perché se ne parla molto, ma poi è difficile ritrovarla, buona, in tavola. Lo chef tre stelle Michelin Heinz Beck arriverà da Roma per preparare un piatto antico e universale, la zuppa di latte, in chiave moderna. Ultima masterclas­s del sabato, Massimo Bottura, tre stelle Michelin, e il suo «risotto che diventa pizza»: un omaggio del Nord al Sud. Domenica il pasticcere Iginio Massari arriverà da Brescia con un montebianc­o a base di marroni campani e Andrea Berton, una stella Michelin, si metterà in gioco sul palco insieme a Pasquale Torrente in una specie di derby del pesce: anguilla contro capitone. Dalla Sicilia Ciccio Sultano, due stelle Michelin, dimostrerà come amare la tradizione significhi, a volte, tradirla. I due talenti calabresi Caterina Ceraudo e Luca Abbruzzino ragioneran­no invece sulle stagioni del loro mare, mentre da Parigi la chef stellata Adeline Grattard racconterà il suo personale metissage: cucina francese con tocchi orientali. Chiuderà Niko Romito, chef abruzzese tre stelle Michelin celebrato anche all’estero per la sua cucina essenziale.

Ma accanto ai cuochi, come sempre a «Cibo a Regola d’Arte», abbiamo invitato ospiti di altri mondi. Perché se c’è un argomento trasversal­e, questo è il cibo. Che mai come al Sud è anche un elemento narrativo nobile, tanto che grandi artisti lo hanno reso protagonis­ta di testi teatrali, di film, di romanzi, senza mai temere di involgarir­li. E così Anna Bonaiuto reciterà un monologo da Sabato, domenica e lunedì di De Filippo, Maurizio De Giovanni terrà un reading sulla pastiera, Francesco Piccolo adatterà un suo spettacolo tratto dai libri di Elena Ferrante, l’artista Mimmo Paladino discuterà sul palco delle sue opere, Angelo Curti metterà in scena la sua «genovese».

Ricchissim­o anche il programma dei corsi di cucina: prenotando­si (su ciboaregol­adarte.corriere.it, a pagamento) si potrà imparare a fare pasta, pane e pizza da chef stellati e maestri pizzaioli. Non mancherann­o degustazio­ni di vino, caffè, cioccolato e gli spazi per i bambini. La festa del cibo, insomma, ricomincia. Da Sud.

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