Fincantieri, con Naval Group l’ipotesi scambio del 5-10%
Dopo l’annuncio dell’accordo 50-50 Francia Italia su Stx, si guardano i dettagli dell’intesa sancita da Paolo Gentiloni ed Emmanuel Macron. Il documento prevede infatti anche lo studio di una possibile alleanza in campo navale militare che potrebbe comportare uno scambio azionario tra Fincantieri e Naval Group tra il 5% e il 10%. Così si legge nel testo dell’accordo pubblicato sul sito del Ministero dell’Economia in cui si sottolinea che il processo di costruzione di una tale alleanza non coinvolgerà solo Fincantieri e Naval Group ma anche altri soci con il forte coinvolgimento e sostegno dei governi. Se il player europeo che può nascere dall’integrazione (avviata con l’accordo di Lione) fra Fincantieri, Naval Group e Stx France è un colosso dai numeri enormi (10 miliardi di euro di ricavi all’anno, 35.000 dipendenti, 120.000 addetti nell’indotto in Europa, cantieri e strutture in più di venti paesi) è anche vero che la partita più importante del futuro è quella del settore militare, dove si prevede un giro d’affari di 771 miliardi di dollari fra il 2016 e il 2025. Per sciogliere questi e altri nodi a Lione è stata indicata la strada di una «road map» che un gruppo di lavoro italo-francese dovrà presentare ai due governi entro il 30 giugno 2018. L’obiettivo è «unirsi per avere nuove fette di mercato» ha detto ieri il ministro francese, Bruno Le Maire. A cominciare, per fare un esempio, dalla grande commessa per la costruzione di nove fregate per la Marina australiana, progetto da 23,5 miliardi di euro per il quale Fincantieri è già nella short list, in concorrenza con la spagnola Navantia e la britannica BAE Systems.