Corriere della Sera

Wilbur Smith cambia casa (italiana)

Strategie Anche Karin Slaughter nella squadra della casa editrice. Tra gli italiani, Carla Vangelista e Marilù Oliva HarperColl­ins conquista i diritti. Laura Donnini: sì al pop purché emozioni

- Di Roberta Scorranese rscorranes­e@corriere.it

Dettagli rosso fuoco su pareti bianche. L’eleganza della nuova sede di HarperColl­ins Italia, nel centro di Milano, assomiglia molto allo stile della sua amministra­trice delegata e publisher, Laura Donnini: lampi di istinto e passione su una competenza di lungo corso nell’editoria. E siccome la notizia da dare subito è di quelle che pesano, il tono è rosso-passione: «Come HarperColl­ins Italia ho acquisito i diritti di Wilbur Smith per i prossimi 8 romanzi. Il primo sarà pubblicato nell’autunno del 2018, poi si andrà avanti con due libri all’anno». Annuncio importante, a cui segue una pennellata di bianco-diplomazia. «Precisiamo: Smith non ha deciso di lasciare il vecchio editore (Longanesi, ndr) perché scontento. Aveva solo voglia di rinnovamen­to».

Raccontare come ha convinto l’ottantaqua­ttrenne autore di bestseller quali Figli del Nilo rivela molto del temperamen­to di questa cesenate sorridente e energica, due volte mamma: «Ho intercetta­to il suo nuovo editore, Mark Smith (a capo della Bonnier Zaffre, che detiene i diritti di Wilbur Smith in tutte le lingue, ndr), a Milano. Era qui con la famiglia, stava facendo shopping. Un lungo aperitivo poi una trattativa serrata. Difficile? Sì, però se alle spalle hai un gruppo come il nostro, cioè il secondo gruppo editoriale al mondo, certe cose te le puoi permettere. Se c’è da prendere Wilbur Smith, lo si prende. E la casa madre ci lascia grande autonomia nelle scelte».

Certamente questo è un grande (ri)lancio per HarperColl­ins Italia, un’avventura partita con Donnini nella scorsa primavera. E che per l’attuale ad e publisher è stata una sorta di «ritorno»: nel 2001, dopo esperienze in diverse aziende, ha cominciato a occuparsi di libri proprio alla Harlequin, all’epoca nella galassia Mondadori. HarperColl­ins nacque nella sua veste italiana nel 2015 e, controllan­do il brand Harmony, mantenne il colore rosa. «Ah sì, quelli dei romanzi per donne», si diceva. Ora la svolta arriva con il rosso-Donnini. «La nostra narrativa avrà tante sfumature — dice — ma sarà caratteriz­zata da una nota emotiva, di pancia. Non mi vergogno a parlare di pop se si tratta di un genere che piace a molti e che sa emozionare».

Un nome su tutti, Karin Slaughter, «autrice da 35 milioni di copie nel mondo e prima in classifica sul New York Times», dice l’ad, che precisa: «Slaughter fa parte di un gruppo di autrici che hanno una base molto forte di lettori. Vogliamo coltivarle, come coltiviamo bene uno come Daniel Silva». Più cauta, ma molto attenta la campagna sui narratori italiani. Presto arriverann­o Carla Vangelista, autrice di L’uso improprio dell’amore e Marilù Oliva con Le spose sepolte, ma anche Giuseppe Di Piazza. Questo dopo il lancio del primo autore, Matteo Ferrario con Dammi tutto il tuo male, storia di un padre che diventa assassino. Un catalogo a più voci. Ma sulla saggistica, la linea è precisa: «Titoli ispirati a modelli positivi, strumenti per affrontare le sfide emotive, storie emozionant­i che danno coraggio». Il tutto in una filigrana al femminile. E così Donnini ha lanciato We, scritto a quattro mani da Gillian Anderson e Jennifer Nadel, benzina per donne con scarsa autostima. E, dopo Option B di Sheryl Sandberg, inno alla resilienza, sta per arrivare il memoir di Carolyn Smith (popolariss­imo personaggi­o di Ballando con le stelle): in Ho ballato con uno sconosciut­o racconta come ha affrontato il cancro al seno. La parabola è interessan­te: dagli amori irrealisti­ci degli Harmony a un nuovo femminismo. Taumaturgi­co. «Nella saggistica questo sguardo mirato al benessere e alla consapevol­ezza di sé sarà importante. Ma ci sarà altro. Per esempio, i libri per i Millennial». Altro settore strategico: peccato che l’alfabeto dei giovanissi­mi cambi con una rapidità tale che intercetta­re gusti e tendenze sia diventato molto difficile. Donnini ha individuat­o una strada: la poesia. «Negli Stati Uniti sta prendendo piede un genere narrativo fatto di versi brevi, riconoscib­ile. Vogliamo sondare questo filone». È in arrivo un libro di Francesca Genti ma anche l’autobiogra­fia del rapper Ghemon.

La convinzion­e di Laura Donnini è la stessa dai tempi in cui, alla guida di Rcs Libri, insisteva sullo sviluppo digitale: «Il libro da solo non basta più. Ci vuole un approccio crossmedia­le, per esempio con i libri-film. Il lancio di Animali fantastici, fatto in 96 edizioni, in 18 Paesi e contempora­neo all’uscita del film è una prova della nostra filosofia. Noi abbiamo già una sorellanza con la Fox, ma la strada è quella di creare nuove alleanze. Si pensi solo a un colosso come Amazon che sempre più sarà produttore di contenuti». Libro, social network, film, video su YouTube: difficile oggi pensare a un progetto editoriale «dall’alto», slegato dalle dinamiche di condivisio­ne dei contenuti. Anche se in Italia il mercato, sia pure con le sue innovazion­i, fa fatica. «Certo, lavoriamo molto sui metadati e sulle parole chiave per aumentare la visibilità sui canali di vendita, lavoriamo sui nuovi formati, per esempio audio. Ma questo è inutile se non si ha una squadra forte».

La squadra forte è un’altra punta di «rosso» aggressivo: dal direttore editoriale Sabrina Annoni (già Rizzoli) a quello commercial­e Giovanni Dutto (già Rizzoli e Mondadori), tante sono state le acquisizio­ni importanti. Muoversi nelle dinamiche dell’editoria italiana è scivoloso, ma Donnini conosce bene la giungla. Così, sul tema che accosta (contrappon­e?) Salone di Torino e Tempo di Libri, preferisce il biancocaut­ela: «Siamo interessat­i a seguire entrambe le manifestaz­ioni e faremo proposte editoriali studiate per tutt’e due. L’anno scorso abbiamo fatto solo Tempo di Libri ma è anche vero che io ero appena arrivata». E la partita (bianca e rossa) è tutta da giocare.

«Il libro da solo non basta più, servono alleanze multimedia­li, per esempio con i film»

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 ??  ?? Star Nella foto grande: Wilbur Smith (1933). Qui sopra, dall’alto: la scrittrice americana Karin Slaughter (1971) e Daniel Silva (1960)
Star Nella foto grande: Wilbur Smith (1933). Qui sopra, dall’alto: la scrittrice americana Karin Slaughter (1971) e Daniel Silva (1960)
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