La lettura del nostro tempo, tra antico e moderno
Il Dio fluviale di Michelangelo: acefalo, un fascio di muscoli, il torace in torsione. È un modello in argilla di solito al Bargello, ma riposizionato a Palazzo Strozzi diventa punto d’incontro tra l’arte e la cultura del Cinquecento a Firenze e i nostri tempi. Una mostra è sempre occasione per aggiornare gli studi. Insieme alle riscoperte e ai restauri (lo straordinario miracolo di Saint Fiacre dell’Allori), è la continuità di un progetto giunto al terzo capitolo di un racconto a rispecchiare lo spirito del tempo. L’attualità non è solo nel sequel ma anche nel luogo: Palazzo Strozzi è capace di rileggere in chiave moderna il passato di Firenze e restare al centro del dibattito sull’arte senza sensazionalismi: da Bronzino ad Ai Weiwei a Bill Viola ( foto). Ciò che conta è interpretare la visione del tempo. La Deposizione dalla croce di Rosso e la quella di Pontormo sono capolavori che il grande pubblico ha imparato
a guardare anche attraverso le installazioni video di Bill Viola. Il racconto di Bernini e del suo San Martino che divide il mantello con un povero è più vicino alle immagini dei nostri tablet di quanto pensiamo. Così come l’arte che rinasce dalla Controriforma, si oppone all’oscurantismo e apre alle scoperte di Galilei (anche lui al centro oggi di una rivisitazione) o sfugge all’ufficialità come Sinisbaldo ritratto da Maso da San Friano in un interno che sembra del secolo scorso.