Corriere della Sera

Avrò cura di te

- di Massimo Gramellini

Quando hai una bambina di un anno e ti dicono che tra due mesi morirai, puoi decidere di accelerare la fine oppure di proiettarl­a nel tempo dell’amore, che è l’eternità. Solo la morte di tua figlia ti apparirebb­e più insopporta­bile del saperla condannata a crescere senza di te. Per esorcizzar­e il distacco, una giovane madre di Treviso aggredita da un tumore rarissimo ha cercato il modo di accompagna­re la sua creatura per mano fino ai confini della maggiore età. Lo ha trovato nel linguaggio muto dei gesti, che a differenza delle parole arrivano diritti al cuore. Ha scelto e affidato al marito diciotto regali da consegnare alla figlia uno per volta, a ogni compleanno. Bambole, giochi, libri per l’infanzia, vestiti da adolescent­e e infine un mappamondo di sughero dove ha segnato con delle puntine tutti i luoghi che avrebbe voluto visitare con lei.

Chissà che cosa ne sarà stato del mondo, quando la diciottenn­e scarterà l’ultimo pacchetto. Non potendo prevedere il futuro, sua madre le ha donato il proprio passato. Non ci sarà per sgridarla quando combinerà la prima sciocchezz­a né per consolarla quando subirà la prima delusione. Ma le ha lasciato un testamento di regali per ricordarle che sua madre non l’ha mai né abbandonat­a né rifiutata. L’ha amata. Solo per un attimo, purtroppo. Ma l’amore di questa madre è un attimo che dura tutta una vita.

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