«Perfino gli Usa ruppero la legalità per poter esistere»
«Gli Stati Uniti non esisterebbero se un giorno non avessero rotto con il sistema giuridico che li governava. In tutti i processi di indipendenza arriva un momento di rottura della legalità per farne nascere una nuova. Ora è il nostro momento». Jaume Cabré, uno dei grandi autori della letteratura catalana contemporanea, è pronto: «Andrò a votare, pacificamente e senza paura».
I suoi «colleghi» Vargas Llosa e Javier Cercas parlano di golpe...
«Deploro simili dichiarazioni. La realtà è che il governo della Spagna impedisce un referendum programmato da tempo. È la volontà dei catalani fin dal 2010, quando il nuovo Statuto di autonomia, già approvato dal Parlamento catalano e da quello spagnolo, fu bloccato da una petizione voluta dal signor Rajoy — lui sì che ha fatto un referendum! — e Madrid si è tirata indietro. I cittadini catalani vogliono poter decidere da soli, non essere più sotto tutela della Spagna o trasformarsi in una fabbrica che dà soldi senza riceverli mai…». Sicuro che la maggioranza dei catalani voglia l’indipendenza?
«Il modo più semplice per rispondere è: votiamo. Eppure ce lo impediscono. Il governo spagnolo usa la giustizia per risolvere aspetti politici, con l’assenso o il silenzio del Partito socialista, che tace in modo vergognoso».
Il movimento proindipendenza rischia di confondersi con i vari populismi europei...
«Non ha nulla a che vedere con la Lega o simili. Non è un movimento di destra o di sinistra. È globale, e con un obbiettivo comune: l’indipendenza». Quanto incide lo spirito anti-monarchico? «Per noi è chiaro: l’indipendenza deve portare a una Repubblica. Nella Costituzione del 1978 ci imposero un re. Lo voleva Franco: il suo successore doveva essere un monarca, la figura più anacronistica del nostro tempo».
La Catalogna da sola ce la farà, in un’Europa contraria alla sua indipendenza?
«Dissero le stesse cose alla vigilia della proclamazione d’indipendenza della Slovenia e di molti altri Paesi… La Catalogna non ha paura della reticenza europea, che non è generale. Molti politici, anche italiani, si sono resi conto che la Catalogna può restare nella Ue». Cosa succederà domani? «Ci rubano le schede elettorali, tolgono le urne? Non sono riusciti a sradicare la nostra volontà e ora cercano di strapparci gli strumenti per esprimerla? Vedremo. Io spero che mi farà un’altra intervista quando saremo una Repubblica catalana indipendente».