L’assessore «vichingo»: approfittano del ruolo per fare mosse politiche Non nascondiamo nulla
Si definisce «un vichingo», Gianni Lemmetti, scippato alla giunta livornese di Filippo Nogarin per mettere ordine nei disastrati conti della Capitale. Quando arriva la notizia che l’Oref ha bocciato il bilancio consolidato del Comune, lui reagisce come sempre: «di pancia».
Assessore, vogliono metterla in difficoltà?
«L’Oref approfitta del suo ruolo tecnico per fare politica, ma non ci fermeranno».
La bocciatura non conta nulla?
«Quella dei revisori è una relazione che non ha valore vincolante».
Nel parere c’è scritto che le operazioni di riconciliazione sono incomplete, i conti non tornano nelle partite tra crediti e debiti delle municipalizzate...
«Non è vero, non è così. Sono previsti tutti i crediti in contenzioso e tutte le partite non riconciliate. Quelle già eliminate sono il 30% in Atac e il 70% in Ama. Abbiamo verificato fattura per fattura, senza omettere nulla».
Quante sono le partite rimaste in sospeso?
«Non abbiamo nascosto quelle che non hanno ancora trovato una corrispondenza perfetta, ma abbiamo detto che devono essere rettificate. Si tratta di qualche milione: un valore che non disconosciamo, ma ci stiamo muovendo nel perimetro di legge. Abbiamo tempo fino al 31 dicembre».
Nel consolidato come avete valutato Atac?
«Con il metodo integrale. Abbiamo sostituito al valore della partecipazione nel rendiconto quello del patrimonio netto di Atac. Dopo l’approvazione
del bilancio di esercizio 2016 sappiamo che la municipalizzata ha un patrimonio netto negativo, ma il consolidato dà già la rappresentazione della capacità dell’ente di sopportare la perdita. In ogni caso aspettiamo le valutazioni del tribunale, come da decreto di ammissione, rispetto alla situazione contabile aggiornata
che dovrà essere esaminata dai commissari».
Il bilancio del Comune è in grado di ammortizzare quel deficit?
«Sì, perché alcune poste sono ancora in valutazione e a farlo saranno i commissari nominati dal tribunale per la riconciliazione debiti-crediti».
Da quando ha assunto l’in- carico di assessore, come si muove per raggiungere il suo ufficio a Palazzo Senatorio?
«Prendo l’autobus, ogni giorno: da villa Pamphilj al Campidoglio».
Come le sembra il trasporto pubblico della Capitale?
«Capisco le difficoltà nell’arrivare puntuali a un appuntamento. L’ho provato sulla mia pelle quando venivo a Roma per lavoro prima che mi chiamasse Virginia Raggi».
Come si può migliorare?
«Con il nuovo piano industriale e la revisione del contratto di servizio che introdurrà criteri di qualità tarati non solo sui chilometri percorsi, ma anche su altri indicatori».
Quali?
«Tra gli altri, premieremo il recupero derivante dalla lotta all’evasione tariffaria».
Ci sono partite che non hanno trovato una corrispondenza perfetta: si tratta di qualche milione