Il «mago» Musk alza l’asticella Astronauti su Marte nel 2022
Vero atleta del lancio del cuore oltre l’ostacolo, Elon Musk alza ancora l’asticella: astronavi su Marte nel 2022. I robot che costruiscono un insediamento. Produzione di combustibile «in loco». Decine di astronauti sul «Pianeta rosso» due anni dopo. E, intanto, il megamissile necessario per lanciare queste missioni (anzi, il f...o megamissile, visto che Musk lo chiama Bfr, cioè «Big Fucking Rocket»), potrà essere utilizzato anche per missioni sulla Luna e per trasportare passeggeri vip in ogni parte del mondo in pochi minuti: 39 per un viaggio New YorkShanghai, come un missile balistico con testata nucleare.
È lecito sorridere, ma Musk, per quanto sognatore, è tutt’altro che un cialtrone: dopo decenni di tante parole e pochi fatti, l’auto elettrica è entrata nel nostro futuro (e per qualcuno anche nel presente) grazie alla sua Tesla. E se tra un paio d’anni gli Usa potranno smetterla con l’umiliante richiesta ai russi di imbarcare sulle loro Soyuz gli astronauti americani della Stazione spaziale internazionale, lo
Cominciavo ad averne abbastanza del quai des Orfèvres
dovranno alla SpaceX di Musk (o alla Boeing che guida il progetto concorrente), non certo alla Nasa e al governo Usa.
Nel suo progetto c’è ancora un po’ di fantascienza e un eccesso di ottimismo. Ma il piano presentato alla conferenza astronautica di Adelaide è più concreto e meno costoso di quello abbozzato un anno fa. Ed è basato su tecnologie già disponibili. Certo, c’è ancora tantissimo da definire a cominciare dalla sostenibilità finanziaria dell’impresa. E, a voler essere maliziosi, si può sospettare che indicare un obiettivo ambizioso più lontano serva anche a lasciare in ombra i ritardi della Dragon V2, la nuova versione dell’astronave di Musk che dovrebbe ospitare astronauti oltre ai rifornimenti per la stazione spaziale, e che dovrebbe iniziare i voli di collaudo tra qualche mese. Elon è un mago della comunicazione, ma anche un mago visionario della tecnologia. Pecca di eccesso di fiducia, ma non ha tutti i torti quando dice che, se non c’è ancora una base sulla Luna a quasi mezzo secolo dalla sua conquista, lo si deve alla mancanza di visioni e di ottimismo degli ultimi decenni.