Il mappamondo e la Barbie Elisa muore lasciando i regali per 18 compleanni della figlia
Treviso, il pensiero di una madre. Il marito: glielo darò io
Un puzzle con il Golden Gate, per cominciare a sognarlo un pezzo dopo l’altro. Una Barbie con la cucina, perché voleva che anche lei amasse i fornelli. Un mappamondo di sughero, dove segnare con le puntine ogni meta conquistata e quelle ancora da raggiungere: prima con il suo papà, poi da sola.
Elisa Girotto non aveva più tempo. Ma ha dedicato quello che le era rimasto a trovare il modo per accompagnare il futuro di Anna, la sua bambina di un anno. Davanti a un computer, ha continuato fino all’ultimo ad acquistare online doni per i compleanni della figlia, quelli ai quali non ci sarebbe stata. Alessio, il marito, non lo aveva capito subito. «Mentre lei era ricoverata il corriere veniva a casa un giorno sì e un giorno no per consegnare pacchi. Li scartavo e dentro trovavo vestiti per tutte le età, libri, bambole, giochi didattici. “Chi è che ce li manda, Elisa?”, le avevo chiesto. Lei allora mi ha spiegato che erano i suoi regali per nostra figlia, e che io avevo il compito di impacchettarli e darglieli al momento giusto».
Elisa Girotto è mancata giovedì pomeriggio alle 17.40 nella Casa dei Gelsi di Treviso, l’hospice dove ha trascorso l’ultimo periodo, quello in cui lo sforzo dei medici era di farla soffrire il meno possibile. Aveva quarant’anni. «Era incosciente da tre giorni. Ci eravamo già salutati, sapeva a cosa stava andando incontro. Il suo ultimo pensiero è stato per Anna», racconta per telefono Alessio Vicenzotto, il compagno che Elisa avrebbe dovuto sposare a settembre, ma con cui aveva anticipato le nozze al 12 agosto, perché di tempo non ne era rimasto più. E l’istantanea di quel giorno è un loro abbraccio, condiviso su Facebook, con Elisa smagrita e provata dalla malattia e Alessio che la culla, mantenendo a occhi chiusi la promessa che si erano appena fatti, in ricchezza e in povertà, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia.
«Prima dell’ultimo ricovero era consapevole che non sarebbe più tornata a casa nostra, a Spresiano, così venerdì scorso ha voluto fare con Anna un selfie, l’ultimo, nello spirito del sorriso che non smetteva mai di ripeterle: sorridi sempre, perché fa bene a chi lo fa e a chi lo riceve», va avanti Alessio. «Ha pensato a tutto, ha pianificato ogni cosa, per sua figlia, per me, per i suoi genitori. Non è riuscita soltanto a fare l’inserimento della bambina all’asilo, ma la porterò io la prossima settimana, lei mi ha spianato la strada».
Elisa ha scoperto il tumore il giorno in cui le si sono rotte le acque, poco più di un anno fa, ad agosto. Doveva essere il giorno più bello, tua figlia che viene al mondo. Ma lei già pensava al dopo. Non ha mai potuto essere accudente con le sue mani e con le sue braccia, come avrebbe voluto: c’è stato subito l’intervento da fare, e poi le cure.
Ma c’era Alessio, con lei, e di
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