L’orologio spavaldo ha fatto la dieta
Il riferimento (colto e ironico) è al personaggio disegnato da Attalo vignettista del Marc’Aurelio e del Travaso: il Gagà (che aveva detto agli amici...), un personaggio alla ricerca costante di un riscatto sociale difficile. E non è nemmeno l’unico: negli orologi di Gagà Milano — realtà italiana del cremasco Ruben Tomella — accanto alla spavalda allegria ci sono riferimenti alla Belle Epoque, alla storia dell’orologeria e alla vivacità cromatica della pop art. Meglio non dirlo forte, però, e limitarsi alla godibilità di un orologio di grandi dimensioni (nasce come trasposizione al polso degli orologi da taschino), con dettagli tecnicamente raffinati (la base della corona, difficile da realizzare e rifinire) in grado di assumere mille personalità diverse. Partito da dimensioni extra large (quasi cinque centimetri di diametro) il Gagà Milano ha saputo fare una cura dimagrante per adattarsi ai polsi più sottili: è sceso a 38 millimetri senza nulla perdere della propria beffarda personalità. Non va scambiato per il solito, economico orologio fashion: tecnicamente è piuttosto raffinato non solo per i quadranti tridimensionali o la cassa caratterizzata da anse a farfalla. Anche il movimento, svizzero, è un meccanico affidabile e robusto. Da Crema al mondo: Gagà è ormai un fenomeno internazionale in solida crescita. Prezzo: 590 euro.