Corriere della Sera

Va in tournée

Fawaz Grousi, fondatore di de Grisogono, porta a Hong Kong la collana con il pendente di 163 carati: «Per la prima volta un gioiello mi ha messo in crisi»

- Maria Teresa Veneziani

Oggi gli addetti del settore sono rimasti soltanto il 2 per cento, la maggior parte delle vendite si fa con i privati».

Ed è in continuo mutamento anche la geografia dello shopping di lusso, come fa notare Grousi, padre libanese e madre italiana. «Prima era la Russia, poi frenata dalle sensazioni contro Putin e che ora sta riprendend­o. E sono arrivate Cina, Arabia e India, Paese che avrà un boom».

All’hotel Mandarin di Hong Kong sono in mostra gli altri Magnificen­t Jewels che saranno battuti a Ginevra. Il cocktail party prevede la gita in barca per assistere allo spettacolo di luci che anima palazzi e grattaciel­i affacciati sulla baia, con il centro congressi ovale esteso sul fiume, costruito in cinque anni, mentre sta per essere ultimato — a tempo record — il ponte che arriva a Macao. «Hong Kong è la porta d’ingresso al cliente asiatico, che nel 2016 per Christie’s ha rappresent­ato il 31% del fatturato, di cui l’80 realizzato in Cina», dice Kadakia.

E cresce anche la vendita di gioielli nelle aste. «Gli uomini hanno sempre snobbato le pietre — racconta Grousi — ma da qualche tempo le cose stanno Il taglio Sopra, Fawaz Grousi osserva il diamante. Sotto, il tagliatore di 80 anni che ha lavorato la pietra. «Il primo colpo non ha funzionato — racconta Grousi — e mi sono sentito il cuore in gola» cambiando. Di fronte a conflitti e incertezze il gioiello torna a essere considerat­o un bene durevole, facile per eventuali spostament­i e anche per ricavarne un introito in caso di necessità», continua il creatore, che recentemen­te ha ceduto le quote di maggioranz­a della sua griffe a un fondo Lussemburg­hese. Il suo insegnamen­to ai giovani? «Più coraggio. Nel 1993 ho creato de Grisogono con 16 mila dollari e niente di preciso in testa, sono un istintivo. Dopo sei mesi i miei due soci mi hanno mollato perché dicevano che ero folle. Ho girato da Place Vendome a via Spiga per vedere i gioielli. Erano tutti minimalist­i. Ho creato qualcosa che non c’era, mischiando pietre preziose e meno, mi ero innamorato dei diamanti neri. All’inizio sono stato molto criticato, dicevano che non avevano valore. Poi è diventata tendenza». Oggi la griffe ha creato anche una collezione per il red carpet di Cannes: «La testimonia­l crea glamour». E anche i social sono diventati importanti­ssimi: «In America la maggioranz­a delle persone vi passa due ore e mezzo al giorno...».

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