L’inflazione frena ma il carrello della spesa diventa più caro
Settembre freddo sul fronte dei prezzi. Il dato comunicato ieri dall’Istat sull’andamento dell’inflazione nel nono mese dell’anno indica una diminuzione dello 0,3% su base mensile e un aumento dell’1,1% anno su anno. É il calo congiunturale peggiore da quasi due anni, dopo la diminuzione dello 0,4% che si osservò a novembre del 2015. Nel commentare questo risultato l’Istat osserva che la decelerazione più marcata rispetto ad agosto si registra nei trasporti (+2,7% da +4,4% di agosto) e nei beni energetici regolamentati (+2,9)% da +5%). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto salgono invece dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,3% anno su anno. Secondo calcoli del Codacons, tuttavia, l’inflazione all’1,1% «si traduce in aggravio di spesa pari a 333 euro annui a famiglia». Il dato ha un’influenza rilevante sulle aspettative di politica monetaria della Bce, tanto più che da Eurostat trapela che il tasso di aumento dei prezzi nell’intera eurozona a settembre dovrebbe rimanere stabile all’1,5%, quindi ancora piuttosto lontano d all’obiettivo di un aumento dei prezzi prossimo al 2% annuo stabilito da Francoforte. Paolo Mameli, senior economist della direzione Studi e Ricerche di Banca Intesa Sanpaolo ritiene che «la strategia di uscita dalle misure non convenzionali intraprese dalla Bce sarà più graduale rispetto a quanto atteso solo pochi mesi fa».