Corriere della Sera

Ultimo salvataggi­o, le tre Casse all’Agricole

Il gruppo francese investe 130 milioni e 30 in Atlante 2. Gli istituti sgravati da crediti deteriorat­i per 3 miliardi

- 1 euro 1 euro 1 euro 8,1 miliardi 130 milioni, 5,4 mld 470 milioni 513 milioni 65 milioni 1,6 miliardi 517 milioni Fabrizio Massaro

Le tre casse in crisi del Centro — Cr Cesena, Cr Rimini e Cr San Miniato — trovano finalmente un approdo sicuro dentro il gruppo francese Crédit Agricole Cariparma. Si è così spento ieri l’ultimo grande focolaio di crisi bancaria in Italia, visto che Carige conta di farcela con le proprie gambe nella ricapitali­zzazione da 1 miliardo di euro in corso.

L’accordo quadro, in attesa del closing dopo le autorizzaz­ioni delle autorità, è stato siglato ieri pomeriggio a Milano dal numero uno di Crédit Agricole Italia, Giampiero Maioli e dal presidente del Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi (Fitd), Salvatore Maccarone. Perché Agricole acquistass­e le tre casse è stata necessaria una trattativa durata mesi, ben oltre sei, complicata dalla mancanza di capitali sufficient­i, tanto che si è reso necessario un apporto straordina­rio al fondo Atlante 2 da parte di un gruppo di banche, da Intesa Sanpaolo a Unicredit a DoBank alla stessa Agricole, e da soggetti pubblici o gravitanti nell’orbita del Tesoro come Sga, Cdp e Poste.

Dal canto loro i francesi investono (10 maggio 2017) Rilevate da Ubi per (26 giugno 2017) Rilevate da Intesa Sanpaolo per che riceve aiuti di Stato per

(30 giugno 2017) Rilevata da Bper per (5 luglio 2017) Ricapitali­zzazione precauzion­ale per (fino a dallo Stato)

(29 settembre 2017) Rilevate da Crédit Agricole per più di ricapitali­zzazione da parte del Fitd Atlante investe nei Npl Atlante investe nei Npl Atlante investe per Npl Atlante investe per Npl 130 milioni per rilevare le tre Casse Fitd e altri 30 in Atlante 2 ma rafforzano in maniera considerev­ole la presenza in Italia, superando i 2 milioni di clienti e rafforzand­osi nei mercati di riferiment­o in Emilia-Romagna (dal 6% all’11%) e in Toscana (dal 2% al 6%). Da 8.100 dipendenti passerà a circa diecimila, dopo 400 prepension­amenti volontari su 2.200 dipendenti delle tre casse.

Il salvataggi­o è tecnicamen­te tutto privato anche se la direzione è stata nelle mani del Tesoro. Sarà lo Schema Volontario del Fitd, giuridicam­ente un soggetto privato, alimentato dai contributi volontari delle banche italiane, a ricapitali­zzare Rimini e San Miniato per 470 milioni complessiv­i: Cesena era già del fondo, che l’aveva salvata con 280 milioni oltre un anno fa. Un secondo dopo l’aumento, il 95% delle tre banche (il resto è dei soci attuali, tra cui la Fondazione Cr Rimini che rimane al 2,5%) verranno girate al Crédit Agricole.

Tutta l’operazione non avrebbe potuto realizzars­i senza Atlante 2, il fondo gestito da Quaestio sgr presieduta da Alessandro Penati, che anche in questo caso ha aiutato nella pulizia dei bilanci dai crediti in sofferenza, come già fatto con le quattro good banks (Etruria, Marche, Chieti, Ferrara) e con il Montepasch­i.

La partita più complicata sulle tre banche è stata proprio la pulizia dai 3 miliardi di npl, compresi i 290 milioni emersi durante la verifica dei conti da parte dei francesi. Questi ultimi — in gran parte solo deteriorat­i (unlikely to pay) — sono passati al fondo Algebris del finanziere Davide Serra al 42,8% del nominale; gli altri 2,7 miliardi di npl sono stati cartolariz­zati al 38% del nominale, per 1,035 miliardi. La quota senior pari a 360 milioni verrà ceduta a un pool di banche in prestito-ponte (Banca Imi, Hsbc, Credit Suisse); la quota mezzanina pari a 517 milioni finirà ad Atlante 2, che per recuperare liquidità ha venduto a Imi-Hsbc-Deutsche Bank 200 milioni di npl delle tre good banks finite a Ubi; 160 milioni di quota junior finiscono al Fitd, che investirà così i 130 milioni ottenuti dalla vendita.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy