Acqua, energia, rifiuti Bonifiche Ferraresi diventa «hub» agricolo
Ha una storia lunga ma un «risveglio» recente e hi-tech. E ora Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana con circa 7 mila ettari, si presenta come un laboratorio nazionale, un hub per il settore agricolo, che comprende 1,6 milioni di imprese con una dimensione media di 8 ettari e che rappresenta il 50% dei consumi totali di acqua e il 13% di quelli energetici.
Ieri Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche, e Francesco Sperandini, presidente di Gse, il Gestore servizi energetici, hanno firmato l’accordo che dà il via al progetto «Carta di sostenibilità agricola», prima guida per misurare, e quindi migliorare, la sostenibilità ambientale delle aziende agricole italiane attraverso l’adesione alle best practice nella produzione e nell’efficienza energetica. Bonifiche sarà, in partnership con Gse, la «palestra» per costruire (processo già in corso, l’azienda ha investito dal 2015 90 miliardi) i parametri di riferimento destinati a essere replicabili anche in scala ridotta, cioè nelle piccole aziende. «La carta è un esempio di come sostenibilità possa creare valore nell’immediato», ha detto Sperandini, aggiungendo anche che il rilascio della Carta consentirà l’accesso per le aziende ai meccanismi di incentivazione previsti dal Gse, compresi i certificati bianchi (per il risparmio energetico)
Il progetto verrà sviluppato in cinque aree che richiedono interventi tecnici innovativi: efficienza agricola, gestione della risorsa idrica (con irrigazione di precisione e altro), produzione di energia (fotovoltaico, biometano, solare termico e geotermico), efficienza energetica e connettività (gestione razionale e connessioni dati smart), gestione dei rifiuti (anche con il riuso dei prodotti). Attraverso l’individuazione
La Carta La Carta di sostenibilità agricola misurerà il livello di sostenibilità raggiunto dalle aziende
di tre macro-aree di interventi Bonifiche Ferraresi punterà a garantirsi piena autonomia energetica, a realizzare la prima microgrid rurale, cioè un sistema di piccole dimensioni in grado di produrre e stoccare l’energia in maniera autonoma, indipendente dalla rete elettrica, e a incrementare l’efficienza. Per lo sviluppo della parte più direttamente agricola i due partner si avvarranno del progetto di Bonifiche Green energy farming, che ha l’obiettivo appunto di rendere l’azienda 100% carbon free ed è stato sviluppato anche con Coldiretti, Legambiente, Enel e Agri 2000. Alla base risiede l’applicazione dell’agricoltura di precisione che, spiega Vecchioni, «prevede metodologie per valorizzare al meglio non l’ettaro ma il centimetro quadrato del terreno». Qui si entra in un mondo che “non ti aspetti”, con la combinazione di mappature da terra e satellitare: «Così si ottiene la mappa di prescrizione: cosa devo distribuire sul terreno come sementi e input farmaco-chimici, per preservare la fertilità dei terreni e quindi la sostenibilità della coltura».
«Per il Paese», ha detto ieri Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, «l’esperienza di Bonifiche ferraresi e Gse rappresenta un investimento strategico. Partiamo dai campioni nazionali per estendere a tutte le imprese la convinzione che sostenibilità significa competitività».