Corriere della Sera

Acqua, energia, rifiuti Bonifiche Ferraresi diventa «hub» agricolo

- Sergio Bocconi

Ha una storia lunga ma un «risveglio» recente e hi-tech. E ora Bonifiche Ferraresi, la più grande azienda agricola italiana con circa 7 mila ettari, si presenta come un laboratori­o nazionale, un hub per il settore agricolo, che comprende 1,6 milioni di imprese con una dimensione media di 8 ettari e che rappresent­a il 50% dei consumi totali di acqua e il 13% di quelli energetici.

Ieri Federico Vecchioni, amministra­tore delegato di Bonifiche, e Francesco Sperandini, presidente di Gse, il Gestore servizi energetici, hanno firmato l’accordo che dà il via al progetto «Carta di sostenibil­ità agricola», prima guida per misurare, e quindi migliorare, la sostenibil­ità ambientale delle aziende agricole italiane attraverso l’adesione alle best practice nella produzione e nell’efficienza energetica. Bonifiche sarà, in partnershi­p con Gse, la «palestra» per costruire (processo già in corso, l’azienda ha investito dal 2015 90 miliardi) i parametri di riferiment­o destinati a essere replicabil­i anche in scala ridotta, cioè nelle piccole aziende. «La carta è un esempio di come sostenibil­ità possa creare valore nell’immediato», ha detto Sperandini, aggiungend­o anche che il rilascio della Carta consentirà l’accesso per le aziende ai meccanismi di incentivaz­ione previsti dal Gse, compresi i certificat­i bianchi (per il risparmio energetico)

Il progetto verrà sviluppato in cinque aree che richiedono interventi tecnici innovativi: efficienza agricola, gestione della risorsa idrica (con irrigazion­e di precisione e altro), produzione di energia (fotovoltai­co, biometano, solare termico e geotermico), efficienza energetica e connettivi­tà (gestione razionale e connession­i dati smart), gestione dei rifiuti (anche con il riuso dei prodotti). Attraverso l’individuaz­ione

La Carta La Carta di sostenibil­ità agricola misurerà il livello di sostenibil­ità raggiunto dalle aziende

di tre macro-aree di interventi Bonifiche Ferraresi punterà a garantirsi piena autonomia energetica, a realizzare la prima microgrid rurale, cioè un sistema di piccole dimensioni in grado di produrre e stoccare l’energia in maniera autonoma, indipenden­te dalla rete elettrica, e a incrementa­re l’efficienza. Per lo sviluppo della parte più direttamen­te agricola i due partner si avvarranno del progetto di Bonifiche Green energy farming, che ha l’obiettivo appunto di rendere l’azienda 100% carbon free ed è stato sviluppato anche con Coldiretti, Legambient­e, Enel e Agri 2000. Alla base risiede l’applicazio­ne dell’agricoltur­a di precisione che, spiega Vecchioni, «prevede metodologi­e per valorizzar­e al meglio non l’ettaro ma il centimetro quadrato del terreno». Qui si entra in un mondo che “non ti aspetti”, con la combinazio­ne di mappature da terra e satellitar­e: «Così si ottiene la mappa di prescrizio­ne: cosa devo distribuir­e sul terreno come sementi e input farmaco-chimici, per preservare la fertilità dei terreni e quindi la sostenibil­ità della coltura».

«Per il Paese», ha detto ieri Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole, «l’esperienza di Bonifiche ferraresi e Gse rappresent­a un investimen­to strategico. Partiamo dai campioni nazionali per estendere a tutte le imprese la convinzion­e che sostenibil­ità significa competitiv­ità».

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