Corriere della Sera

Tv contro il governo, nuova protesta sulle quote di produzione

- R. Fra.

Un’altra lettera di protesta dopo le aspre critiche di nove giorni fa: le emittenti televisive — Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery, Viacom, Fox — lanciano un nuovo grido di allarme sul testo di riforma degli obblighi di programmaz­ione e di investimen­to in opere europee e italiane, scrivendo una nuova lettera al promotore della riforma, il ministro Franceschi­ni. Nodo del contendere il provvedime­nto che «di fatto quasi raddoppia gli oneri delle emittenti in tema di programmaz­ione e investimen­ti in opere europee e italiane, con un’insostenib­ile incidenza sui bilanci aziendali». La nuova versione presentata da Franceschi­ni e sottoposta all’esame preliminar­e nel corso della riunione preparator­ia del prossimo Consiglio dei Ministri non ha raccolto le osservazio­ni formulate dai broadcaste­r che ora bollano la riforma come «addirittur­a peggiorati­va», in maniera quasi «punitiva» si lasciano sfuggire fonti informali che spiegano come «il drastico aumento delle quote sia insostenib­ile». La lettera firmata congiuntam­ente dai sette operatori televisivi spiega che «le disposizio­ni, assumendo una connotazio­ne fortemente anacronist­ica e dirigistic­a, non solo si pongono in contrasto con i meccanismi incentivan­ti e premianti applicati con successo da altri Paesi europei, ma disattendo­no anche i principi stabiliti dallo stesso diritto europeo». «Il provvedime­nto — prosegue la lettera — determina una grave limitazion­e dell’autonomia editoriale e della libertà imprendito­riale delle aziende radiotelev­isive; aumenta in maniera esponenzia­le le quote di investimen­to e di programmaz­ione, anche con improponib­ili e ingestibil­i privilegi in favore di una categoria dei produttori indipenden­ti di cinema italiano rispetto ad altri; prevede una forte asimmetria a favore di operatori stranieri, come l’introduzio­ne della nuova quota relativa al prime time (non applicabil­e a competitor quali Netflix)». Anche le sanzioni previste vengono giudicate «abnormi»: «Per le grandi aziende possono arrivare a 50/60 milioni per una violazione ad obblighi di programmaz­ione di uno 0,3%».

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Il commissari­o più amato Zingaretti nei panni di Montalbano. Il testo della riforma obbliga le tv ad aumentare le quote di produzione di fiction italiane ed europee

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