Corriere della Sera

Bravi tra noi Involuti appena oltre confine

- Di Roberto De Ponti

Se riusciamo a rimanere a galla, è perché almeno sappiamo ancora nuotare. Letteralme­nte. Lo sport italiano ringrazi e conservi in buona salute le Pellegrini, i Paltrinier­i, i Detti, perché se non ci fosse il nuoto l’oscurità sarebbe totale. L’atletica italiana ha chiuso il Mondiale più imbarazzan­te della sua storia, un bronzo nella marcia, nessun finalista, diciotto nazioni europee davanti a lei nel medagliere. E gli sport di squadra, per un motivo o per l’altro, non sono stati da meno: dalle scarpe sbagliate di Zaytsev ai pugni amichevoli di Gallinari, dal criticato 4-2-4 del Bernabeu all’epidemia di morbillo di Budapest, per finire con il servizio completo di cucchiai di legno, lo sport italiano si interroga su che cosa non funzioni e su che cosa si possa fare per invertire la tendenza. Carlo Recalcati, l’allenatore dell’ultima medaglia azzurra del basket (l’argento olimpico ad Atene 2004) appena sceso dal podio sentenziò con la lungimiran­za di Cassandra: «Attenzione, non stiamo lavorando per costruire giocatori che vengano dopo questi». Aveva ragione da vendere. Il basket si è perso per strada, adesso un’onorevole eliminazio­ne ai quarti di finale può essere considerat­a un successo, mentre l’Europeo lo vince la Slovenia, 2 milioni e spiccioli di abitanti e palasport che in Italia ce li sogniamo. Ma se sostituiam­o la parola basket con calcio, la differenza non si vede. Celebriamo campioni che vivono alla periferia del pallone che conta, ci esaltiamo per un’eliminazio­ne europea ai quarti (sempre lì stiamo) ottenuta grazie all’ossessione di Antonio Conte. E tireremo un sospiro di sollievo se sfuggiremo all’apocalisse (Tavecchio dixit) dell’eliminazio­ne dal Mondiale. Siamo un Paese (sportivame­nte e non) autorefere­nziale, tanto bravi quando ci confrontia­mo tra noi, tanto involuti non appena superiamo il confine. È davvero un momento mai vissuto prima: accorgerse­ne sarà il primo passo per evitare di scoprirsi terzo mondo.

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