Corriere della Sera

LA GIOIA DI VENDOLA: TWITTER RADDOPPIA

- Di Aldo Grasso

Un tweet ci seppellirà. Alla notizia che Twitter raddoppia (il social network passerà dai tradiziona­li 140 caratteri a 280), c’è una sola persona al mondo che ha gioito festosamen­te e ha accolto con entusiasmo il raddoppio. È Nichi Vendola, l’ex governator­e della Puglia, ora militante di Sinistra italiana. Ecco il suo tweet: «280 caratteri su Twitter: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”...». Mentre altri mostravano perplessit­à (mirabile Giuliano Ferrara: «Bisognereb­be

Caratteri Il social passa a 280 caratteri e dà fiato alla scrittura barocca

fare il contrario: dimezzare le battute disponibil­i. Così si impara a scrivere»), sul forum di Spinoza fiorivano battute: «Twitter passa dai 140 caratteri ai 280. È la riforma Vendola».

Nichi è noto per la sua oratoria barocchist­a, sghemba e logorroica, piena d’incisi, subordinat­e, divagazion­i, frasi solenni, citazioni unte e bisunte, autocompia­cimenti. Si libra sulle ali delle metafore, tanto da non riuscire più a tenere i piedi per terra: «Dobbiamo bonificare il territorio abitato dalla materia semantica, dai depositi di parole». Sì, per lui 140 caratteri erano poca cosa.

Eppure la bellezza di Twitter sta proprio nella retorica della brevità, nel costringer­e i sapientoni o gli odiatori da tastiera a esprimere facezie o efferatezz­e in 140 caratteri.

Lo scrivere breve non è solo un’arte o genere letterario, ma un modo di pensare. Tra poche parole, sostiene Nicolás Gómez Dávila, è più difficile nasconders­i.

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